Lettere a Iacchite’: “Cosenza. L’ufficio anagrafe, gli amici in Comune e la città senza progetto”

Gentile Direttore,

mi rivolgo alla Sua testata perchè so che raccoglie le voci di questa città e fa da “booster” a problemi anche spiccioli ma che non si vogliono affrontare.
Non vedo mia sorella da circa 2 anni, infermiera al Nord, reparto Covid. Finalmente avevo l’opportunità di andare a conoscere la sua nuova vita ma ahimè ho la carta d’identità usurata. Non sono riuscita a prendere un appuntamento al Comune di Cosenza. Prima data disponibile fine aprile (!). Mi reco ugualmente all’ufficio anagrafe dove trovo una fila di persone prenotatesi tanti mesi fa e mi dicono che, sicuramente, non c’è modo di inserirmi senza prenotazione. Ci mancherebbe, corretto. Se non fosse per il fatto che vorrei partire tra 20 giorni!
La signora che lavora all’ufficio preposto al rilascio “è da sola, poverina”, mi dicono. E poveri noi però.

Vogliamo parlare anche di questi disagi oltre che di un’isola pedonale da rimuovere per favore? Queste situazioni rappresentano la cartina al tornasole di un buon governo come le strade (sabato ho bucato per cercare di evitare una voragine e ne ho preso un’altra), le aree verdi (qualcuno si è reso conto che nel parco Nicholas Green c’è un’istallazione pericolosissima per i bambini e non è un’opera d’arte), i servizi per i bambini (come mai non parlano mai di posti nido?), di un centro storico fatiscente.
Invece di demolire quel poco che si è costruito, sebbene da un’amministrazione certamente mal gestita ma che aveva un minimo di visione della città, si potrebbe programmare una riorganizzazione delle attività e dare vita ad un progetto di città.

PS. Non ho un amico in Comune

V.M.