Lettere a Iacchite’: “Cosenza, ognuno si sceglie i padri (immaginari) che si merita”

C’è chi, pur essendo cosentino, si sente figlio di tale Alberto da Giussano, figura simbolo della Lega Padana e che, peraltro, storicamente non è mai esistito. Mi verrebbe da dire che ognuno ha i padri che si merita, compresi quelli immaginari. Ma tant’e’.

Io, da meridionale-calabrese-cosentino, scelgo altri “padri” dei quali sentirmi discendente. Sono figlio di Bernardino Telesio, di Tommaso Campanella, di Gigi Marulla, dei briganti della Sila, dei pescatori del Tirreno e dello Jonio, di Totonno u squalu, dei contadini delle campagne della provincia, dei montanari di San Giovanni in Fiore.

Sono figlio dell’Accademia Cosentina, del teatro Rendano, della fontana di Giugno, della Villa Vecchia. Sono un prodotto terrone che ascolta Radio Ciroma, che stima i ragazzacci dei centri sociali, che ha condiviso tante campagne di solidarietà di quelli del Gramna e di Padre Fedele.

Sono anche un comunista che, da qualche giorno, ha saputo di essere stato equiparato per decreto europeo ai nazisti che sfregiarono il Vecchio Continente, ma questa è un’altra storia…Tra i miei padri c’e’ piazza Kennedy, corso Mazzini, le “T” di Paola, i pini di Camigliatello. Io questo cazzo di Alberto da Giussano manco lo conosco. Ricordo Gullo, Mancini, Marulla, “Ohi fra”, “Sim’i Cusenza”, “Un mi rump’u cazzu”, “Welcome Refuges”, “Conzativicci”, “Iacchite”, “Fa troppu cavudu/fa troppu friddu”, Totonno Chiappetta, Donato Bergamini, Jugale, Centu liri, i no global in corteo, lungocrati e a fera i San Giuseppe. Ricordo Peppino Mazzotta e Tommaso Sorrentino. Non sono figlio ma potrei essere, per ragioni anagrafiche, fratello di Gabriele Carchidi, di Sergio Crocco e di Claudio Dionesalvi, ma questo Alberto da Giussano proprio no. Anche perché, in tutta sincerità, se proprio dovessi scegliermi un padre di fantasia opterei per Paperino o l’Uomo Ragno. Mi sembrano più accattivanti…

Giulio Bruno