Lettere a Iacchite’: “Cosenza, Pronto soccorso lager. Se questi sono pazienti…”

A Cosenza Pronto soccorso lager. Se questi sono pazienti…

Salve Direttore,
Le scriviamo insieme a mia madre e a mia zia per denunciare il degrado umano ed igienico presente nel Pronto soccorso di Cosenza.
Domenica verso le 4 di mattina abbiamo dovuto ricoverare d’urgenza mia nonna ottantaquattrenne che aveva accusato problemi respiratori. Da premettere che mia nonna è cardiopatia e già con due ricoveri pregressi per edema polmonare negli anni passati.

Da domenica non abbiamo notizie ufficiali. Nessun dottore ci ha mai contattato nonostante avessimo lasciato i nostri numeri di telefonino. Per ricevere risposta dal centralino peggio di un terno al lotto.
Le uniche informazioni che abbiamo, “notizie ufficiose”, ci sono arrivate da compaesani e persone che conosciamo che transitano in ospedale e dalla voce di nonna alla quale siamo riuscite a far arrivare il telefonino.

Anche le medicine le abbiamo dovute portare noi. Tutta la domenica è stata lasciata senza medicinali, alcuni dei quali salvavita, avendo anche tra le altre patologie il diabete.
Abbandonata in una stanza insieme ad altre signore, nella puzza (sempre da notizie ufficiose la puzza era dovuta a una vicina di letto morta non si sa da quante ore), senza cure igieniche alla persona, senza che un medico o un infermiere preso da un moto di umanità almeno le chiedesse come si sentisse o si interessasse alla sua situazione.
Ma il responsabile che fa? Non si rende conto della situazione gravosa e delle carenze del reparto? Dei pazienti spogliati di tutto anche della dignità?

Come si sentirebbe se, sentendo un suo familiare, le dicesse che non le hanno dato neppure dell’acqua?
Sinceramente più che un ospedale sembra un lager in cui pazienti condannati continuano a vivere o a morire per un si o per un no. Numeri, cose, spazzatura della quale disfarsi in un modo o nell’altro.
Ma l’umanità dov’è finita? Forse non vi è mai stata. Non ha mai abitato in quel posto.
Anche nei confronti di noi familiari, in apprensione, sospesi. C’è da uscire pazzi, mi creda.
La situazione in cui versa il pronto soccorso è colpa dell’emergenza covid o della malasanità? Male atavico in cui versa la sanità nella nostra regione?
Noi denunciamo non solo per il caso di mia nonna ma per tutte le persone che si trovano e si troveranno nella stessa situazione.

Chantal Castiglione
Maria Papaianni
Angela Papaianni