Lettere a Iacchite’. “Crotone 2020. Tutti insieme appassionatamente e ad alta “Voce”?

Tutti insieme appassionatamente. Potrebbe essere questo il nuovo slogan per le prossime amministrative a Crotone, i cui cittadini saranno chiamati ad eleggere il nuovo sindaco. Chissà perché, solo ora, si scoprono candidati innamorati di una città, che non riesce nemmeno a respirare, che si crogiola di chiacchiere, rinvangando passati gloriosi, che nel tempo sono diventati come muri scrostati e cadenti.

Si lavora febbrilmente per cercare alleanze, creare carrozzoni e riportare a casa uno scettro di “primus inter pares” che regalerà opportunità a chi sarà eletto, ma non certo alla cittadinanza, ancora una volta bluffata, destinata a ritrovarsi con un pugno di mosche in mano. In pratica, i metodi rimangono sempre gli stessi, gli arrivismi e gli appetiti crescono e l’arrosto va in fumo.

Solo pochi giorni fa si è avuta notizia, di un prescelto nel centrodestra, che nessuno conosce, ed è come se questa forza politica abbia bypassato la mano in questa competizione elettorale. Non sappiamo ancora chi schiererà il centrosinistra e per il momento a giocare la partita sulla scacchiera c’è un solo nome, pronunciato ed osannato ad alta “Voce” da più parti.

Questo nominativo calamiterà consensi di una parte dei pentastellati, che hanno assaporato la comodità della poltrona e pur di determinare il sindaco sarebbero disposti a fare carte false. Che tristezza, vedere un movimento abiurare le forze giovanili, verso le quali si promulgano editti, per metterle alla porta, segno tangibile di come l’attivismo si sia trasformato in un prodotto di marketing, da sponsorizzare e vendere al meglio.

Che dire poi, di chi ha vissuto altrove per anni e si alza un giorno proclamandosi, nuovo salvatore, di una città priva d’identità e che muore sempre un po’ di più, ogni giorno che passa! In pratica stiamo assistendo alla formazione di fazioni, dove ognuno si ritaglia un ruolo che non gli appartiene e che sogna lo scranno comunale, senza sapere di cosa la città abbia bisogno e in che direzione puntare.

In tutto questo qual è il futuro di Crotone, ne hanno contezza i saggi del nulla? Certamente la bonifica, ma non può essere l’unico punto del programma da attuare. Di Eni e Crotone si parla da quando esisteva il povero Richetto ed aveva le braghe corte! Chi fa credere ai crotonesi che l’unico problema è l’Eni o è in malafede o crede di avere a che fare con sprovveduti con l’anello al naso. Altrove, il cane a sei zampe, ha puntato sulla politica energetica e all’epoca, anche la città poteva seguire questa strada, se solo si fosse utilizzato il sito inquinato per schiaffarci sopra pannelli solari. Invece all’epoca del tempo che fu, si è agitata la carta di un turismo, che nella mente di qualcuno avrebbe dovuto prevedere qualche hotel a dieci stelle o qualche riqualificazione edilizia, che non si sarebbe mai potuta realizzare. Si dice che a pensare male non è peccato, per cui dalla nostra esperienza, abbiamo imparato di quanto sia proficuo attaccare il colosso a sei zampe, per scendere a patti da posizioni di potere, ed ottenere il meglio per se stessi in nome della città.

Dall’anno zero siamo passati a sottozero grazie ad un pressapochismo che denota la mancanza di una classe dirigente, per via di dinosauri, che hanno soffocato i semi del cambiamento; e il risultato è che ci si coalizza intorno a nominativi spacciandoli come “il nuovo che avanza”. Ma qui di nuovo si registrano mire di politicanti alla vecchia maniera, che andranno ad ipotecare ancora una volta il destino di questa povera e misera città, caduta nelle mani degli Unni, i quali nelle loro escursioni fanno bottino di quello che trovano.

Chissà se un giorno non tanto lontano, arriverà quel vento impetuoso, che da tempo aspettiamo, quel vento che spazza via tutto ciò che incontra sul suo cammino, per far si che questa città ritorni a vivere e respirare. Via gli affaristi e soprattutto si incominci a capire che Crotone solo con i tavolini o la movida non arriva da nessuna parte. Questa città ha bisogno di visionari, non di falsi profeti che ammazzano ogni più piccola speranza.

Lettera firmata