Lettere a Iacchite’: “Il grande inganno della Banca Popolare di Bari”

Oggi abbiamo deciso di affrontare anche una questione decisamente delicata. Fondamentalmente diversa da quelle che siamo abituati a trattare.
Quando si parla di banche, del resto, c’è sempre qualcuno da temere ma è giusto che anche queste vicende trovino spazio su Iacchite’.
La banca in questione è la Banca Popolare di Bari (presente anche a Cosenza), prossima a diventare SPA, che non rimborsa le azioni da oltre un anno agli azionisti richiedenti, ma magicamente rimborsa circa trenta milioni agli azionisti amici, prima dell’assemblea che riduce il valore delle azioni e segna una perdita d’esercizio, quando i direttori di agenzia dicevano che le azioni sarebbero aumentate del 20%.
Ci ha scritto un lettore, abbiamo verificato le sue informazioni e abbiamo deciso di pubblicare.
di Giuseppe Spizzirri
Sono un socio della Banca Popolare di Bari,
ho acquistato le azioni della Banca perché invogliato dal dipendente che l’agenzia mi aveva assegnato quando ho aperto il conto corrente.
Da bravo consigliere di fiducia mi rassicurava che, se volevo mettere al sicuro i miei risparmi, potevo tranquillamente sottoscrivere le loro azioni in quanto sicure, certe e di pronta e facile liquidità. Mi sono sempre fidato.
Pertanto, tutte le volte che da buon padre di famiglia riuscivo a mettere qualcosa da parte, con tranquillità acquistavo azioni della Banca, sempre con la rassicurazione che se avessi avuto necessità di vendere avrei realizzato in tempi brevi.
La necessità è arrivata nel momento in cui si sono accavallate due situazioni, la ristrutturazione del fabbricato e quella di casa.
A settembre 2014 ho chiesto di vendere, ma mi hanno negato addirittura la richiesta di vendita con mille scuse portandomi alla disperazione fino a maggio 2015. Appena mi hanno visto molto determinato, hanno inteso mettere in vendita solo una parte ed io stupidamente e ancora fiducioso ho accettato.
Mi hanno raccontato un sacco di frottole per non farmi vendere, addirittura mi proponevano di contrarre un mutuo, ma io non ho accettato, tranne un fido che mi permetteva di pagare i primi fornitori.
Per porre in vendita l’ultimo stock di azioni ho dovuto addirittura incaricare un avvocato. Mi hanno rimborsato le azioni che avevo posto in vendita a maggio 2015 nei primi di dicembre 2015, ma delle altre non si sa nulla, mentre si sa che hanno rimborsato nel mese di marzo 2016 circa trenta milioni alla quotazione massima, prima che l’assemblea di aprile li ribassasse e chiudesse in perdita!
Non hanno mai voluto dire se hanno rispettato nella vendita l’ordine cronologico previsto dal loro regolamento!
Un gruppo di azionisti di Orvieto si è rivolto ad una associazione di consumatori e hanno iniziato azioni legali, sia civili che penali.
Si è formato un gruppo su facebook, composto da azionisti di Bari, Avellino, Terni, Orvieto, Cosenza ecc. e siamo tutti in continuo contatto. Ecco cosa hanno postato su facebook:
“A TUTTI I SOCI POSSESSORI DI AZIONI BANCA POPOLARE DI BARI.
Dovete sapere che la banca è da più di un anno e mezzo che non rimborsa coloro che mettono in vendita le azioni, dovete sapere che di questa problematica grossa nella quale ci sono circa 70.000 soci nessuno dei media (per ovvi motivi) ne parla.
Noi siamo fautori di questa comunicazione che stiamo girando e condividendo anche su Facebook in modo che tutti coloro che non ne sono a conoscenza vengano a sapere. Stiamo inoltre raccogliendo adesioni, stiamo costituendo una associazione di soci per combattere uniti anche con una prossima class action le ingiustizie che questa Banca ci sta causando.
Contattate il Sig.Tanno Nicola e lasciate a lui i vostri dati e unitevi a noi, questa è l’unica speranza per cercate di aver qualcosa dei nostri risparmi depredati!!! Telefono 347 3723357
Siamo molto motivati, spinti da due grosse molle: 1) l’inganno perpetrato dai direttori di agenzia e dai referenti bancari a danno dei fiduciosi azionisti; 2) l’aumento dei compensi al Presidente della Banca – Marco Jacobini – e ai suoi due figli, direttore e condirettore, a fronte di una chiusura d’esercizio in perdita e della conseguente svalutazione delle azioni”.