Lettere a Iacchite’: “Io, cittadina presa in giro da Inps e Agenzia delle Entrate”

Gent. Le Direttore,

sono una cittadina cosentina, portatrice di handicap dall’età di tre anni in cui sono stata colpita dalla poliomielite, che ha ridotto sensibilmente la mia autonomia e capacità di deambulare, cosa che avviene con l’ausilio di un tutore ortopedico e l’accompagnamento di un familiare. La malattia non mi ha impedito di studiare, laurearmi, insegnare per 40 anni nelle scuole medie inferiori e superiori di Cosenza e provincia, sposarmi, mettere al mondo due figli, affrontando tutto serenamente. Qualche mese fa è nata l’esigenza di cambiare l’automobile che uso per i miei spostamenti, ma non immaginavo che questa sarebbe diventata un ostacolo insormontabile (a causa del decreto legge sulla semplificazione) ed una storia che vado a raccontare.

La Commissione Medica per l’accertamento delle invalidità civili dell’Unità Socio Sanitaria Locale n°9 di Cosenza, in data 1 Agosto 1995 sanciva a mio carico una condizione di “portatrice di handicap che riduce l’autonomia personale correlata all’età e che rende necessario un intervento assistenziale permanente, continuativo e globale nella sfera individuale o in quella di relazione per cui la situazione assume la connotazione di gravità come previsto dal comma 3 dell’art.3 Legge 104/1992”.

Successivamente è entrato in vigore il Decreto-Legge n°5 del 9 Febbraio 2012, noto come Decreto “Semplifica Italia”, convertito nella Legge 4 Aprile 2012 n°35, che ha introdotto significative novità in riferimento alle agevolazioni fiscali previste per i soggetti con disabilità. Questo Decreto prevede che il verbale rilasciato dalle Commissioni Mediche “riporti anche l’esistenza dei requisiti sanitari necessari per la richiesta di rilascio del contrassegno invalidi di cui al comma 2, art.381, decreto del Presidente della Repubblica 16 Dicembre 1992 n°495, e successive modificazioni, nonché per le agevolazioni fiscali relative ai veicoli previsti per le persone con disabilità”.

Tutto ciò probabilmente si è tradotto nell’adozione di un nuovo modello di verbale contenente anche una particolare dicitura in riferimento all’art.5 del Decreto-Legge 9 Febbraio 2012. Tuttavia, chi come me ha un verbale antecedente alla data del decreto deve provvedere a farlo integrare opportunamente pena l’impossibilità di godere dei benefici fiscali legati alla propria condizione fisica (IVA al 4%, esenzione bollo, contrassegno disabili).
Le conseguenze non sono facili da riferire: da 5 mesi cerco di acquistare un’auto, ma il certificato di cui sono in possesso è stato ritenuto “…un po’ datato” dall’Agenzia delle Entrate. Cosa fare?! O pagare l’IVA al 22% oppure … intraprendere una strada tortuosa fra Agenzia delle Entrate, INPS, Patronati, ANMIC. Non è una questione economica, ma piuttosto di DIRITTI ed io, dinnanzi a questi, non mi fermo.

Le difficoltà che ho incontrato sono molteplici:
1) mancanza di dialogo fra gli enti preposti (INPS e Agenzia delle Entrate) che, magari, si trovano a gestire una problematica “nuova” e che forse per non ostentare le loro incapacità, rimangono inerti, farfugliano spiegazioni parziali, attribuiscono responsabilità l’uno all’altro attivando un vizioso meccanismo ping-pong
2) mancanza di rispetto che porta ad ignorare sistematicamente istanze presentate allo sportello o inoltrate tramite e-mail e PEC ed anche tentativi di approccio telefonico ripetuti ostinatamente per giornate intere
3) mancanza di una formazione mirata in grado di recepire i bisogni dell’utenza individuando gli strumenti legislativi idonei alla risoluzione dei vari problemi.

Il racconto di questa storia lascia trasparire inevitabilmente tanti sentimenti: lo stupore iniziale, l’impotenza successiva, l’incazzatura attuale. Tuttavia, ad onor di cronaca, devo ammettere che ci sono stati anche dei momenti particolarmente esilaranti come per esempio il fatto di dovermi sottoporre a visita collegiale nonostante ne sia stata esonerata definitivamente per come mi ha comunicato l’INPS nel 2009.
La cosa simpatica è che il sistema telematico dell’INPS (cui vanno inoltrate le domande solo tramite Patronato) prevede l’aggravamento della percentuale di invalidità che, nel mio caso è già del 100%. Forse, essendo in Europa, bisogna adeguare la percentuale allo SPREAD!
La ringrazio per lo spazio che vorrà concedermi sulle sue pagine e la saluto cordialmente.

Mariajosé Rizzuto