Lettere a Iacchite’: “Provincia di Cosenza, i prescelti del Regno: parenti, amici e colletti bianchi”

Caro Iacchite’,

anch’io mi sono interessata alle vicende della coppia Ambrogio-Succurro, regnanti della Provincia di Cosenza. Che la nostra cara sindaca fosse addormentata e incompetente lo sapevo già, ma resto davvero senza parole nell’apprendere, grazie a Iacchite’ e a qualche amico, che nell’esercizio del potere alla Provincia si sia sviluppato un vortice di nomine e incarichi a prestanome e familiari.

Il prescelto marito, raffinato e colto, avvocato senza cause (magari ne avesse perso qualcuna) prende ogni decisione e, senza alcuna reazione da parte di politici, consiglieri e istituzioni, agisce indisturbato per conto della moglie, la quale, ignorante, non sa che le norme per i Comuni e per le Province prescrivono che “gli amministratori devono astenersi dal prendere parte alla discussione e alla votazione di delibere riguardanti interessi propri o di loro parenti e affini sino al quarto grado”. L’avvocato continua, così, a decidere “gratuitamente”, come avviene al Comune di San Giovanni in Fiore, incarichi professionali, imprenditori da gratificare, dipendenti da premiare e da punire, violando le norme dello Stato. Sua Eccellenza il prefetto, primo rappresentante dello Stato, e la procura della Repubblica, nonostante tante sollecitazioni, non se ne sono ancora avveduti.

Nel frattempo, il bilancio familiare va sostenuto e la cognata, la compagna del fratello, deve ricevere la giusta ricompensa che, unitamente a quella della Regina, comporta, per tutti noi cittadini di San Giovanni in Fiore, il costo di oltre diecimila euro al mese per la grande famiglia Ambrogio-Succurro.

Servono, d’altra parte, anche gli amici e così sono arrivate le nomine agli amichetti, grazie alle acrobazie della dirigente Gentile, costretta prima a demansionare e far retrocedere onesti funzionati della polizia provinciale, revocati senza alcun motivo e senza attivare le procedure previste dal contratto dei lavoratori, e poi a nominare nuovi dirigenti senza requisiti. Infatti, la Gentile ha presieduto la commissione per selezionare gli idonei insieme a Raffaele Prisco e Sara Ruggeri, che ha lavorato per esaminare i curricula dei candidati partecipanti alla selezione e ha consentito alla Regina di scegliere amici e amichetti.

Giovanni Amelio, suo compaesano, prestanome, prima amico di Mario Oliverio e oggi suddito di Re Ambrogio, vanta il nulla: solo una breve esperienza di consulenza nel dissesto idrogeologico del commissario della Calabria. Peccato che l’attenta commissione non si sia accorta (o forse sì ma ha dovuto fare finta di non accorgersene) che nel curriculum del prescelto non compaiono cinque anni di ruolo nella pubblica amministrazione, esperienza necessaria per l’incarico affidatogli. Dove la signora Succurro in Ambrogio abbia trovato “curriculum di consistente spessore e comprovata esperienza su attività e progetti inerenti la gestione di fondi europei e quindi del Pnrr” non l’ho capito.

Giovanni De Rose, che non conosco se non attraverso le vostre ampie “recensioni” dalle quali emerge che sia stato premiato perché ha portato Cosenza al dissesto finanziario. Meranda e Morrone, anonimi e incapaci funzionari dell’ente, in realtà sono quasi sconosciuti. Della loro attività nessuno sa niente, tranne lei che non c’era mentre era impegnata a svaligiare il nostro comune di San Giovanni in Fiore, si è accorta dei loro meriti. Per Meranda, fratello del più famoso avvocato Meranda della nota vicenda del finanziamento occulto alla Lega (sì proprio lui, quello dell’accordo tra Putin, Salvini, Savoini e altri), so solo della sua esperienza fallimentare nei bar delle scuole della Provincia e di San Giovanni in Fiore, ma niente sulla gestione di bilanci simili alla Provincia… Morrone e i suoi requisiti sono tutti un dilemma: ha colpito la Regina per la sua esperienza da ragazzo dal kimono d’oro e per avere scagionato l’allora sindaco Occhiuto dalle indagini relative alla costruzione del Museo di Alarico.

Nel frattempo, i vecchi dirigenti, tramortiti dal colpo, non rispondono più neppure al telefono. Carravetta, l’amico di tutti, Le Piane, amico di Iacucci e Zumpano, amico di Oliverio, sono tutti in malattia, per curare le ferite inferte dalla loro spietata collega Gentile, sempre pronta a servire i padroni per emergere a discapito degli altri.

Lettera firmata