Lettere a Iacchite’: “Rende, via Rossini: vogliono farci chiudere ma ora daremo battaglia”

Chi scrive è un commerciante che opera in Via Rossini, in quel di Rende. Chi scrive lo fa perché, ancor prima di iniziare la sua attività di lavoro, già sentiva la pressione di una condizione difficile e difficilmente gestibile poiché cozza, non solo con la prepotenza di alcuni cittadini, ma, cosa ben più grave, con una presa di potere da parte di presunti comitati che vantano tra le loro fila, rappresentanti delle forze dell’ordine che ostentano questa loro appartenenza, arrivando quasi a minacciare di “far chiudere tutte le attività di Via Rossini”. Una via che doveva essere del commercio e della movida, nata per questo!

Esporrò i fatti e farò le dovute considerazioni premettendone una e ciò che, a questo punto, la responsabilità della decadenza di via Rossini, non è dovuta a questa amministrazione che è stata, con noi esercenti, efficiente e disponibile. La responsabilità del fallimento dell’idea fondante la nascita di questo meraviglioso km, è di alcuni cittadini evidentemente frustrati e prepotenti che credevano di aver acquistato la loro abitazione in periferia.

La mia attività è un punto di ritrovo per i giovani rendesi ed io, previa raccolta delle dovute autorizzazioni, organizzo, una (1) sola volta a settimana un momento musicale, all’interno del mio locale e fino ad un orario estremamente conciliabile con gli impegni di una seguente domenica mattina, per offrire ai miei fruitori una piacevole e giusta attrattiva per frequentare ulteriormente il mio locale e, quindi, lavorare.

Per ben sei volte ho già “subito” l’intervento delle forze dell’ordine che, una volta visionati i permessi in mio possesso, hanno, chiaramente, desistito dal compiere ogni azione nei nostri confronti. Ad oggi mi giungono “voci” e non solo, di azioni ben più gravi e lesive che, questi pseudo comitati, stanno compiendo nei nostri confronti al fine di “farci chiudere tutti” (cit.) ed a ogni costo. Anche quello di provocare esasperazione e danno economico a chi vuole solo lavorare onestamente in un quartiere creato per accogliere i giovani, la cosiddetta” movida” e che dà lavoro a molti rendesi.

Ora mi chiedo se queste persone avvertano minimamente il peso dell’aver, già una volta, ammazzato l’economia di via Rossini e di reiterare quell’atteggiamento ricavandone un piacere quasi perverso nel farlo. La musica e i giovani che si divertono in modo sano, sembrano dargli fastidio, mentre tollerano apparentemente compiaciuti, la presenza di numerosi “centri massaggi” attivi ad ogni ora del giorno e della notte negli appartamenti attigui ai loro. A queste famiglie risulta più invasiva la pratica del sano divertimento piuttosto che quella del mestiere più antico del mondo chiaramente ostacolato dalle 22:00 alle 02:00, dall’afflusso di giovani nei locali della via.

Preso atto di questa condizione in cui taluni cittadini, stazionano e vivono, ho deciso di fondare un comitato degli esercenti e, con esso, intraprendere ogni via legale possibile per tutelarci. Da oggi non saranno più, dalla sottoscritta, tollerate minacce, insulti e dispetti. Da oggi intendo far valere, in ogni sede deputata, il mio diritto a lavorare, nel rispetto delle regole e del prossimo, pure di quelli che, anche con le mie tasse, percepiscono il loro stipendio.

Lettera firmata