Lettere a Iacchite’: “Rione Case minime, che dobbiamo fare per avere acqua?”

Sono Emilio Sessa, giovane ragazzo di Cosenza.

Mi faccio portavoce di un quartiere denominato storicamente “Case minime” per diffondere nuovamente il problema dell’acqua part-time! Come accadeva “giustamente” nel Medioevo (si può bere e lavare solo la mattina)… Ci risiamo! Riparata la rete idrica si ritorna al solito disagio! Il rione Case minime e zone limitrofe sono state prese di mira per questo imbarazzante disservizio!

Ma a chi altro dobbiamo rivolgerci per risolvere questa orrenda faccenda? Lancio di nuovo un appello a tutti gli addetti ai lavori e soprattutto a chi in questo momento è procinto a candidarsi!

Vi regalo un’opportunità di dimostrare il vostro valore e impegno! Dimostrate di meritare un voto anziché chiederlo promettendo la luna! Per il momento ci si accontenta di avere solo l’acqua! Sì, l’acqua! UN BENE di PRIMA NECESSITÀ! Spero che questo messaggio venga compreso e preso in considerazione da tutti, tutti i politici sensibili!

Che sia destra, sinistra, centro, l’importante è mobilitarsi per risolvere un problema così grave! Non si possono verificare cose simili nel 2016! Vi prego di agire in nome della dignità dell’uomo non di una bandiera in questi contesti non c’entra una bandiera!

Voglio concludere suggerendo una mia umile considerazione da giovane cittadino: che fare politica secondo me vuol dire ascoltare i problemi della popolazione e lavorare intensamente per risolverli, soprattutto quando si viene pagati dalla popolazione, soprattutto quando si è delegati dalla popolazione!

Per avere una Città “Modello” non si deve curare solo ed esclusivamente il piano estetico ma si deve avere una capacità di risolvere e limitare i problemi che ha il cittadino “che è colui che vive una Città” o addirittura “Se possibile” stare al passo con i tempi, con l’innovazione e con l’aggiornamento continuo e non rimanere bloccati in un comportamento “Medioevale”. NON SERVE a NULLA “CURARE” LA GIACCA E LA CRAVATTA SE POI SI HANNO LE SCARPE BUCATE” .

Emilio Sessa