Lettere a Iacchite’: “Unical, storie di ordinario nepotismo”

Dopo la grave bocciatura per l’Università della Calabria da parte del Ministero per l’Istruzione, Università e Ricerca che ha decurtato del 20% i fondi da spendere nell’anno 2019 a favore di altre Università più virtuose, ci si aspetterebbe un cambio di direzione netto per provare a salvare quest’istituzione che è stata importante in passato per la crescita culturale dell’intera regione.

Tuttavia, non si riscontrano segni positivi. Anzi, proprio in questi giorni c’è stato l’ennesimo concorso pilotato. Nel Dipartimento di Chimica, guidato da Alessandra Crispini, figlia del preside storico della Facoltà di Lettere Franco Crispini, si è tenuto un concorso da “professore associato esterno” che ha dell’incredibile e che ha avuto a capo della commissione giudicatrice la stessa Crispini. I verbali di questo concorso sono già sul web:

http://www.unical.it/portale/portalmedia/bandi/2019-01/Giudizi%2003B1_CHIM03.pdf

http://www.unical.it/portale/portalmedia/bandi/2019-01/DR2036_20dic2018_ApprovazioneAtti_03B1_CHIM03.pdf

Per “professore associato esterno” si intende una figura di professore associato da scegliere tra candidati esterni all’Ateneo che bandisce il concorso. Per poter aspirare a questa posizione i candidati devono aver prestato servizio fuori dall’Università che bandisce il posto per almeno un triennio di seguito prima del concorso. Con questo meccanismo, gli altri Atenei (non solo quelli del Nord, ma anche le vicine Catanzaro e Reggio Calabria) hanno scelto le migliori professionalità a livello nazionale poiché gli innesti di nuovi docenti da fuori è cruciale per introdurre nuovi campi di ricerca, metodologie, approcci, idee ecc. con beneficio per gli studenti, la ricerca ed anche per il territorio.

Invece, la figlia di Crispini ha deciso di far diventare associato la giovanissima figlia di un suo collega ordinario del Dipartimento di Matematica-Unical (prof. Giuseppe Marino) che aveva prestato servizio presso l’unità del CNR dello stesso dipartimento di Chimica. In altre parole, la Crispini ha preso come esterno una che lavorava al piano di sotto.

Ad aggravare la situazione c’è anche la prepotente gestione del concorso da parte della Crispini, che ha ignorato i titoli di un altro candidato che aveva abilitazione di grado superiore nello stesso settore rispetto alla rampolla di Marino. La sproporzione nei titoli è evidente perfino dai verbali del concorso (vedasi link riportato sopra), in cui la figlia di Crispini cerca di minimizzare la superiorità del candidato Di Profio dichiarandolo poco coerente con chimica inorganica, sebbene cinque commissari nazionali lo avessero valutato addirittura adatto ad una posizione da professore ordinario in quel settore, cioè per una posizione superiore a quella per cui aveva fatto domanda.

Tuttavia, il Dipartimento di Chimica non è nuovo a queste scelte nepotistiche, di cui è responsabile il suo direttore. Giusto per citare due esempi, basti ricordare che il Dipartimento di Chimica è diventato un raffinato laboratorio per tecniche nepotistiche avanzate, quali ad esempio la chiamata congiunta di due coniugi a professori associati contemporaneamente per eludere la norma della legge Gelmini che impedisce la presa di servizio ad un coniuge se l’altro è già professore nello stesso dipartimento, come già applicato per la coppia Armentano-Di Donna.

La soluzione Crispini alla legge Gelmini è invece quella di confondere le acque, con la compiacenza della banda di Crisci, in primis gli ormai tristemente noti Elmo-Macrì, su cui è inutile spendere altre parole. Potrebbe magari dire qualcosa di fronte a queste continue indecenze il Comitato Etico di Ateneo, composto da Giuseppe Chidichimo e…. Ines Crispini, l’altra figlia di Franco Crispini, anch’essa professoressa all’Unical. Lasciando perdere l’altra figlia di Crispini, che non potrebbe mai criticare la sorella, possiamo confidare in Giuseppe Chidichimo per far valere l’etica? Purtroppo no, perché il prof. Chidichimo, storico sodale di Crisci, è riuscito ad inserire entrambi i figli Andrea e Francesco all’interno del suo dipartimento, scavalcando la legge Gelmini attraverso l’escamotage dello spin-off Siria s.r.l. e senza neanche scomodarsi a pilotare un concorso, per la libertà di cui godono gli spin-off.  Vedasi:

http://www.siriasrl.it/progetti_3.html

Sarebbe opportuno evitare spin-off universitari a conduzione familiare o almeno provare a coinvolgere anche i tanti giovani figli di nessuno che devono lasciare la Calabria per la sola colpa di non avere alcun familiare che possa raccomandarli. Forse sarebbero questi i temi su cui dovrebbe riflettere il Comitato Etico e comunque sarebbe bene che una società a conduzione familiare all’interno dell’Unical dia conto di ogni centesimo di fondi pubblici che ha ottenuto.

Insomma, per l’Università della Calabria continua a essere buio pesto.

Lettera firmata