Lettere a Iacchite’: “Vi racconto tutte le (ultime) malefatte di Ennio Morrone”

L’8 gennaio 2015 io, ex dipendente della cooperativa “Il Girasole”, della quale è presidente Giuseppe Rovito ma solo in nome e per conto della famiglia Morrone, venivo licenziato con la motivazione ufficiale di “crisi economica” tramite Confindustria.

Contestualmente al licenziamento, il presidente della cooperativa “Il Girasole” insieme a Marco Morrone, figlio del “mammasantissima” Ennio, dichiaravano che avrebbero riassorbito tutti i dipendenti se fosse subentrata un’altra cooperativa.

In effetti, è andata davvero così ma la nuova cooperativa anziché reintegrare il vecchio personale, ha fatto qualcosa che dovrebbe far accapponare la pelle alla magistratura e alla gente onesta.

In questa nuova cooperativa, infatti, in vista delle Regionali di novembre 2014, sono state assunte persone appartenenti al sistema politico nel quale i Morrone (padre, figli, figlia, genero e compagnia cantante) sguazzano da sempre. Parlo di parenti di consiglieri comunali, assessori di vario genere e addirittura figli di politici.

Vedendomi escluso e vedendo dare un posto di lavoro a chi già percepiva uno stipendio pubblico, decisi di fare una serie di denunce.

Una busta paga di Morrone risalente al 2013
Una busta paga di Morrone risalente al 2013

Mi recai così alla Guardia di Finanza e, dopo non aver visto nessun risultato, con documenti alla mano, in data 8 gennaio 2015, chiamai la trasmissione “Articolo 21”, quella di Lino Polimeni, per rendere pubblico il comportamento di tali individui e sputtanai il fatto che Ennio Morrone (sì, proprio lui, il “mammasantissima”) era stato assunto in una delle sue cliniche mentre ricopriva la carica di consigliere regionale. E, cosa più grave, che mentre lui percepiva puntualmente il proprio salario, i dipendenti vantavano 8 mesi di stipendi arretrati.

Dissi anche delle candidature dei propri dipendenti, come succede anche adesso, all’interno delle proprie liste, e, come denunciato alla Guardia di Finanza, anche delle strane assunzioni fatte nel corso della campagna elettorale.

Una busta paga di Morrone risalente al 2011
Una busta paga di Morrone risalente al 2011

Ennio “mammasantissima” Morrone, vedendo la trasmissione, decise di querelarmi e dal Tribunale, senza nessun avviso ad essere ascoltata per difendermi, appresi che il giudice mi aveva condannato al pagamento di una multa di euro 600 con possibilità di appello, bontà sua. Appresi poi che si trattava dei famosi “decreti penali”, che vengono dispensati a piene mani dalla procura di Cosenza a chi osa toccare esponenti dei poteri forti cittadini come Ennio Morrone.

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Del resto, a parlare sono i fatti. Come mai ogni suo movimento in tribunale viene accolto mentre le denunce con prove che un semplice cittadino espone non vengono mai prese in considerazione?

A breve ci sarà l’appello, nel corso del quale produrrò la documentazione di ciò che dichiarai e, visto e considerato che in questo caso i veri reati sono stati commessi dai Ennio Morrone, voglio proprio vedere se la magistratura, davanti a fatti e documenti concreti, prenderà provvedimenti.

Ma la legge non dovrebbe essere uguale per tutti, a prescindere dall’appartenenza alla politica? Oppure esistono figli e figliastri anche per la legge? Se è così, è inutile fare denunce perché tanto al Tribunale di Cosenza regna sovrana la massoneria.

Un appello ai cittadini che hanno bisogno: non credete alle promesse che vi fanno in questi periodi elettorali, specialmente se fatte dai politici, e aggiungo una cosa importante.

Era stato chiesto un accertamento su un corso regionale svolto tra il 2012 e il 2013, per il quale sono stati stanziati soldi pubblici e per il quale non erano ben chiari i requisiti di chi poteva partecipare e dove era prevista la riqualificazione subito dopo il conseguimento del corso.

Invece, ad un mese dalla consegna dell’attestato, sono scattati i licenziamenti. Di conseguenza, questi soldi stanziati per tutelare il lavoratore dove sono finiti?

Ovviamente, anche su questo tutto tace nonostante le denunce presentate.

Lettera firmata