Lettere a Iacchite’: “Cosenza, perché nessuna inchiesta sulla sanità depressa?”

L’istituto della notitia criminis (in italiano notizia di reato) è quello che contraddistingue l’obbligatorietà dell’azione penale.
Un discorso che sembra non valere per la sanità cosentina.
L’altra sera le Iene hanno magistralmente ricordato la vergogna del caso Pietro Filippo. Condannato in via definitiva per assenteismo, truffa e falso, addirittura risarcito con 100 mila euro dal direttore generale Raffaele Mauro e incredibilmente nominato primario di una Unità Operativa invece di essere sbattuto fuori dall’Asp a calci nel sedere. Si tratta dello stesso Mauro che ha fatto decadere da direttore generale i termini per opporre la sentenza che lo ha visto riconosciuto come “depresso” per causa di servizio. Con tanto di trasferimento d’ufficio per l’avvocato che proponeva di fare il ricorso.

Questa gente, nonostante Corriere della Sera e Italia Uno, non ha visto aprire nemmeno un’inchiesta a suo carico. E che dire dell’Azienda ospedaliera, con un concorso per dirigente amministrativo già assegnato? Per questi, non esiste un diritto penale. Non esiste, per citare Filippo Roma delle Iene, qualcuno che li “cacci a calci nel culo”.

Lettera firmata