Lettere a Iacchite’: “Cosenza, il ponte dei vavusi e la bufala dei fondi che si perdono”

IL PONTE DEI VAVUSI ED I SOLDI EUROPEI CHE SI PERDONO, POVERINI!

Vorrei chiarire che questa leggenda dei soldi europei che si perdono, come se fossero spiccioli in una tasca bucata, per giustificare la costruzione del ponte di Calatrava, è totalmente destituita di ogni fondamento.

In primo luogo fu Giacomo Mancini che volle investire in una “vavusata” cosentina perché, oggi come allora, non era obbligatorio spendere i fondi europei per opere sommamente inutili come questa.

Mancini poteva, invece, decidere di investire nel centro storico progettando e chiedendo alla Unione Europea gli stessi 40 milioni di euro per comprare e restaurare, per esempio, un intero quartiere della città storica.

La stessa cosa avrebbe potuto fare Occhiuto, incontrando più difficoltà è vero, con una variazione di obiettivo strategico, ma soprattutto senza alcuna difficoltà tecnico-progettuale per mezzo dei fondi POR e/o PON dei “settenni” successivi.

Ma il sindaco Occhiuto preferisce radere al suolo il centro storico mentre erige, per 50 milioni di euro, il PONTE DEI VAVUSI. Fra qualche anno il centro storico sarà raso al suolo e i 50 milioni di euro spesi per il PONTE DEI VAVUSI saranno stramaledetti dai nostri figli e dai nostri nipoti ai quali, invece di lasciare un città storica restaurata e capace di trasmettere valori etici ed estetici per secoli, lasceremo questa copia della copia di un ponte disegnato da un architetto di cui fra un paio di generazioni si sarà persa la memoria e anche i ponti, credo.

In quanto alla politica del fare ne ho piene le tasche, perché questo sindaco ha fatto solo schifezze: la colata di cemento di Piazza Fera, l’orrendo restauro del Castello e la sua trasformazione in lounge bar, le luminarie sempiterne, il tamarrofiume boulevard, i ridicoli, costosissimi e totalmente improduttivi bocs-art etc.etc. Questa visione “estetistica della città” ha stravolto Cosenza e, temo, anche i cosentini.

Alberto Frisone