È stato chiuso dalla Questura, su richiesta dei carabinieri di Clusone, il ‘Rosy Bar’ di Casazza, teatro lunedì notte dell’omicidio di Mykola Ivasiuk, romeno di 38 anni ucciso a botte da due persone, una delle quali ancora latitante. Il provvedimento di sospensione della licenza ha la durata di un mese ed è stato emesso proprio a seguito dell’omicidio, avvenuto nel portico esterno del bar: in passato, nel gennaio del 2022, il locale era già stato chiuso per 10 giorni per la presenza di pregiudicati. I due autori dell’aggressione – un calabrese di 29 anni già arrestato e un marocchino di 32 latitante – così come la vittima erano avventori del bar e la lite è scoppiata sotto il porticato del locale.
Per come riportato dal Corriere di Bergamo il giovane calabrese sarebbe Mario Romeo, di Botricello in provincia di Catanzaro.
Conosceva Ivasiuk, i due – riporta ancora il Corriere di Bergamo – erano amici, tanto che è stato lui stesso a chiamare i soccorsi e ad attenderne l’arrivo al fianco del 37enne, ormai esanime, prima di essere fermato la notte stessa e poi arrestato dai carabinieri.
Restano ancora da capire quali siano state le ragioni che hanno portato allo scoppio della rissa. Forse una parola di troppo.
Qualche dettaglio – come riporta ancora il Corriere di Bergamo – potrà emergere forse oggi, nell’interrogatorio di convalida con il gip Lucia Graziosi. “Anch’io sono in attesa di vedere gli atti e di parlare con il mio assistito”, spiega l’avvocato Pietro Funaro, che difende il 29enne. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, Romeo avrebbe sferrato un pugno in faccia a Ivasiuk, prima che il marocchino spaccasse un bicchiere sulla nuca dell’ucraino.
Ulteriori aspetti potranno essere chiariti dall’autopsia. L’esame – conclude il Corriere di Bergamo – servirà a chiarire soprattutto cosa abbia ucciso Ivasiuk, da nove anni a Casazza e con alle spalle impieghi temporanei come badante, nel settore dell’ortofrutta o in altre ditte della zona. Si vuole far luce se a causare la morte del 37enne sia stato il colpo ricevuto in faccia sferrato dal giovane calabrese, oppure quello inferto dal marocchino alle spalle con il bicchiere. Oppure la caduta, o al contrario la somma di tutte queste concause.