Longobucco. Consiglio col botto, l’opposizione scrive al prefetto. Il ritorno di Marco Bambolina e la beata Barbara da Cariati

LONGOBUCCO, CONSIGLIO COMUNALE COL BOTTO, L’OPPOSIZIONE SCRIVE AL PREFETTO

L’ultimo consiglio comunale del 2024 a Longobucco si è svolto nella violazione di qualsiasi regola statutaria e calpestando ogni norma del confronto civile e democratico.

Nei comuni vicini, come a Cropalati e Corigliano-Rossano, l’ultima seduta dell’anno è stata convocata per il 30 dicembre, con avviso di convocazione sin dal 23, ben 7 giorni prima; nella cittadina silana riunione sempre il 30 dicembre, alle 11:00, ma con avviso invece del 27, appena 3 giorni prima, in fretta e furia, e ai limiti dei termini di legge. E infatti se la sono cantata e suonata da soli.

E non è finita qui, giacché nessun consigliere della minoranza ha ricevuto regolare notificazione, in tempo utile. A qualcuno è giunto un anonimo whatsapp mentre ad altri l’avviso è stato recapitato al mattino del 28 e anche al pomeriggio, oltre i limiti di legge.

L’opposizione ha chiesto il rinvio dell’adunanza, tramite pec, nell’impossibilità di documentarsi sui punti all’ordine del giorno, inutilmente e ha rinnovato la richiesta ad inizio seduta, ancora inutilmente, fra le conclamate incapacità politiche e grammaticali di Mario Parrilla, Presidente del Consiglio per interposta persona e le perplessità interessate della Segretaria comunale, la beata Barbara da Cariati.

Ormai siamo alla gestione padronale della cosa pubblica, nella connivenza di molti e la complicità dei più, limitando e negando l’agibilità democratica dell’opposizione consiliare.

Sul Consiglio del 30 dicembre è intervenuto anche Marco Bambolina, il Pasquino locale, particolarmente caustico nei confronti proprio della beata Barbara da Cariati.

«Parte delle colpe sono da attribuire anche alla segretaria comunale. Lei, per il ruolo che ricopre, dovrebbe avere un’alta padronanza delle norme statutarie. Dovrebbe conoscere e fare rispettare le norne che regolano la convocazione del Consiglio. Lei non avrebbe dovuto proferire, durante la seduta, che la notifica dell’O.D.G. oltre il tempo utile “è colpa dei consiglieri che non erano presenti in casa”. Lei avrebbe dovuto sapere che l’elezione a consigliere comunale non equivale ad un avviso di custodia cautelare in carcere. Lei avrebbe dovuto sapere che un consigliere comunale può uscire di casa liberamente. Lei avrebbe dovuto sapere che un consigliere non rimane segregato in casa, per mesi, aspettando una probabile notifica di convocazione di seduta consigliare. Solo gli sciocchi oserebbero pensare ad una roba del genere!». 

Il sindaco Pirillo, in tutt’altre faccende affaccendato, che presto approfondiremo, ha pensato bene di scaricare ogni responsabilità sui dipendenti comunali, invocando provvedimenti disciplinari esemplari (nel silenzio della rappresentanza sindacale interna) e fra una lacrima e un singhiozzo se n’è uscito, per come si dice a Longobucco, “e ra magghja rutta”, il suo sport preferito.

Frattanto, gli esponenti della minoranza con una nota hanno sensibilizzato il Prefetto di Cosenza, rivendicando la nullità di tutti gli atti approvati durante la contestata seduta. Chi vivrà, vedrà!