Lorica, il Gruppo Barbieri e l’arroganza del potere

Quando muore un operaio si vuol far passare tutto come una semplice fatalità.

A 13 giorni di distanza dal drammatico incidente sul lavoro a Lorica, sul cantiere del Gruppo Barbieri, per la realizzazione della nuova funivia, e dopo il sequestro della seggiovia per la realizzazione della quale è morto Enzo Bloise, sembra esserci la parola d’ordine di non parlare e di far calare la sordina.

Nessuno deve più parlare di Enzo Bloise, l’operaio di 31 anni che ha perso la vita cadendo da un’altezza di 20 metri per lo sganciamento del carrello di manutenzione.

E anzi, i costruttori dì questo “aborto” che è costato anche una vita umana, firmandosi Loricaskyarea e neanche con il loro nome (Gruppo Barbieri) come dovrebbero, si permettono di precisare che il sequestro delll’area non è totale ma solo parziale e che loro (brava gente!) aspettano solo di poter inaugurare il resto della funivia.

Tanto di questo che è morto, chissenefrega! Questa è l’arroganza del potere del Gruppo Barbieri che rispediamo al mittente con tutto lo sdegno e lo schifo possibile.

Nessun approfondimento dei media di regime, che non hanno neanche “osato” avanzare dubbi sulla mancanza di sicurezza all’interno del cantiere, dove lavorava in subappalto l’impresa Basso.

palla Il carrello di manutenzione che si è sganciato doveva avere un sostegno in caso di distacco da quell’altezza ovvero venti metri. Ci doveva essere per forza un sostegno sotto o un doppio aggancio di sicurezza del carrello.

Ma se Enzo Bloise, come si affrettano a dire i benpensanti del Gruppo Barbieri, era imbragato e lavorava in una cabina, in caso di distacco non doveva esserci un sistema che evitasse che gli operai potessero precipitare anch’essi?

Ma di cosa stiamo parlando? Se si lavora ad una certa altezza e si tiene conto che una cabina potrebbe staccarsi, deve esserci un modo per gli operai di poter essere aggrappati ad un supporto esterno alla cabina. É una questione di semplice logica. E dunque, se è vero che Enzo era imbragato, dov’era imbragato? Al cavo esterno? E perché è caduto allora?

É stata colpa sua?

lorica2Il Gruppo Barbieri ha preso 13 milioni di euro di soldi pubblici per questo appalto, che paghiamo anche noi, e ad oggi, nel 2016 e con tutti i soldi che ha, non é riuscito ad assicurare l’incolumità degli operai?

Sono domande puramente logiche che proponiamo ai nostri lettori e ognuno di loro si farà un’opinione.

C’è  una cosa, poi, che il procuratore di Cosenza Mario Spagnuolo deve sapere ed è facilissima da scoprire: Oliverio (sì, insomma Palla Palla) e Barbieri hanno fatto un grande imbroglio per costruire la cabinovia di Lorica.

Eh sì,  lo stesso imbroglio che fece  Massimo Cellino, ex presidente del Cagliari, per costruire a sue spese lo stadio di proprietà. E cioè la costruzione di opere su aree protette.
Sulle aree protette non si può costruire nemmeno un millimetro di cemento.
E la cabinovia ricade, in parte, nell’area del Parco Nazionale della Sila.
Il direttore generale Laudati e la svampita miliardaria Sonia Ferrari hanno chiuso gli occhi su pressione di Oliverio. E cosi il progetto farsa preparato dall’ingegnere Franco Tucci è passato.
Faccia fare una perizia, Spagnuolo, se non vuole credere a Iacchite’.
E dopo faccia come i suoi colleghi sardi, che hanno arrestato tutti.
Il problema, caro procuratore, è che lei non ha le palle per fare una cosa del genere e pertanto consentirà a questa gentaglia senza scrupoli e vergogna e senza coscienza di inaugurare gli impianti nonostante la morte di un operaio.
Che tristezza e che arroganza.