Lsu-Lpu, la deriva della (pseudo)sinistra calabrese: il patetico caso di Pino Belcastro

In questi giorni, nella gestione della brutta faccenda dei lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità sta venendo fuori tutta la mediocrità e l’inadeguatezza della pseudosinistra calabrese. Del resto, la verità è sotto gli occhi di tutti e nessuno può nasconderla, anche se si nasconde dietro la rabbia di gente che rischia di rimanere senza lavoro ed è comprensibilmente disperata.

Dopo anni passati al governo, sia regionale che nazionale, nel corso dei quali non hanno fatto altro che rubare e sperperare fondi pubblici, senza minimamente affrontare in modo serio la problematica di questi lavoratori, ora protestano, chiedendo al governo che in tempi strettissimi, porti a soluzione la cosa… Roba che se non fosse sotto i nostri occhi penseremmo fosse assurda e invece è proprio quanto succede, con annessi e connessi lamenti di impresentabili matricolati come la terribile Madame Fifì, che è la responsabile numero uno di questo disastro e pretende anche di avere ragione… Del resto, se il partito che (ancora!) rappresenta sta per estinguersi, un motivo ci sarà.

Ma c’è un altro aspetto grottesco della faccenda “lavori utili” ed è rappresentato dai sindaci (sempre rigorosamente del Pd o di liste civiche riconducibili al partito dei ladroni) che vanno a Lamezia a protestare a favore dei precari mentre nel loro comune hanno attivato la mobilità strafregandosene dei precari. Ma lo hanno capito che la gente non è fessa e vede da se che è tutto un controsenso?

Finora hanno giocato sui bisogni della gente e ora si mettono addirittura dall’altra parte della barricata, magari per provare ad accaparrarsi consensi alle prossime Regionali e Comunali: è davvero incredibile!

Qualcuno, in questi giorni caldi di protesta, ha doverosamente ricordato quanto accadeva molti anni fa a San Giovanni in Fiore.
“… Nel 1975 – scrive qualcuno che per fortuna ha ancora memoria storica – un consigliere comunale del PCI e tutto il suo esercito di povarielli orchestrarono le cose in modo tale da mandare in galera un politico locale (Emilio Greco della Democrazia Cristiana, ndr) per aver sistemato e dico sistemato oltre 250 famiglie. Il motivo non fu la “sistemazione” ma il fatto storico che quel politico che nel 1970 era stato ultimo degli eletti con 2.200 preferenze, nel 1975 venne votato a furor di popolo con ben 6500 preferenze ovvero il massimo storico. Quel ragazzotto granitico e trasparente se la fece sotto… il suo partito traballò… L’unico rimedio era la calunnia. Quel politico calunniato fu assolto in tutto e per tutto ma i suoi aguzzini, compreso il procuratore camorrista (e che ve lo diciamo a fare, ndr), finirono quasi tutti in disgrazia perché il buon Dio non dimentica e il conto un giorno o l’altro lo presenterà a tutti… Non si può costruire la propria fortuna sulle disgrazie altrui…”.

Per tornare ai fatti di questi giorni, è più che mai doveroso pubblicare il punto di vista delle opposizioni al Comune di San Giovanni in Fiore sul ridicolo atteggiamento del sindaco Pino Belcastro, grottesca “estensione” di Palla Palla.

“Ma come? Il sindaco Belcastro si unisce nella protesta ai precari, va persino con loro ad occupare i binari della stazione di Lamezia Terme e nel frattempo indice un concorso per 13 nuove assunzioni, ignorando che negli uffici dell’ente vi sono figure professionali tra Lsu e Lpu con le stesse mansioni di quelle messe a concorso.
Era stato lo stesso sindaco che tempo fa a muso duro aveva risposto ai consiglieri per ricordare che era impossibile far ricoprire i posti vacanti ai precari per precise disposizioni di legge. E’ inutile che Belcastro tenti di girare la frittata perché altri comuni nella stessa situazione di San Giovanni in Fiore lo hanno fatto: hanno assunto i precari per ricoprire i posti vacanti. Fino a ieri che erano al governo i suoi amici di partito perché non hanno protestato per i lavoratori precari? Adesso che non comandano nemmeno le galline, gli viene voglia di protestare e di risolvere i problemi…”. In una sola parola e in estrema sintesi: ridicoli!