Mafia e rifiuti, l’allarme di Cantone: “Ditte interdette continuano a operare”

Cantone

“Ditte interdette continuano a operare, mancano alternative”

Roma. Esiste una “massiccia infiltrazione delle organizzazioni criminali negli appalti pubblici del settore rifiuti: ci sono numeri elevatissimi di imprese sottoposte a interdittiva antimafia che tuttavia rimangono a dover operare sul territorio perché non c’è alternativa”. Lo ha detto il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac), Raffaele Cantone, in audizione alla Commissione bicamerale Ecomafie. Negli appalti pubblici sui rifiuti, ha aggiunto il presidente dell’Anac, “si osservano spesso bandi di gara caratterizzati dal meccanismo dell’abito su misura, con l’indicazione sostanzialmente di chi dovrà vincere. A questo aspetto va aggiunto il fatto che il sistema delle proroghe dura da anni e anni. Ci sono operatori ormai consolidati che danno per scontato che un affidamento temporaneo sia diventato un monopolio definitivo”. “Una delle soluzioni è dividere gli appalti in lotti – ha concluso Cantone -: costruire un appalto unico per un intero Ato (Ambito territoriale ottimale, n.d.r.) o Aro (Ambito di raccolta ottimale, n.d.r.) è un’impresa ai limiti dell’impossibile. Si tratta di aree molto grandi, con esigenze molto diverse al loro interno, e dove solo pochi operatori sono in grado di offrire un servizio su così larga scala”.
ANSA