Manna, basta chiacchiere: se hai la coscienza pulita rispondi a due domande

Il diritto alla difesa, oltre ad essere sacrosanto, è sancito dalla Legge. Tutti hanno diritto ad essere difesi, e non esiste, per questo motivo, il garantismo a fasi alterne. Ognuno è libero di difendersi, dalle accuse mosse in un’aula di Tribunale, come meglio crede. L’imputato è libero di dire, a sua discolpa, tutto ciò vuole: anche mentire se è necessario. Alla fine spetta sempre ad un giudice terzo stabilire da che parte sta la verità. Nella speranza di trovare un giudice onesto e ligio al dovere. E i veri garantisti, quelli sinceri, questo principio lo rivendicano per tutti.

Quello messo in campo da Manna, in merito alla vicenda giudiziaria che lo vede protagonista – così come si evince dal frame tratto da un video “girato” dalla Dda di Salerno all’interno dell’ufficio del giudice Petrini finito in galera (ora ai domiciliari presso un convento) per corruzione in atti giudiziari,  dove Manna è immortalato nell’atto di donare una bustarella al giudice corrotto – è il “solito garantismo” dei potenti che, finiti nella rete della Giustizia, cominciano a gridare al complotto e alla mancanza di garanzie. Fino a che riguarda i poveracci, i disgraziati, i ladri di polli ogni sopruso, compresa la mancanza di garanzie costituzionali, è tollerato, nessuno urla, nessuno fa comunicati, ma appena toccano un potente, anche se tutto è stato fatto secondo Legge e coscienza, si scatena la campagna denigratoria contro i pm e i giornalisti che pubblicano le loro veline. Un film già visto migliaia di volte.

Manna da quando sono state pubblicate le sue foto nel momento di consegnare la mazzetta a Petrini non fa altro che dire: sono stati violati i miei diritti di imputato. Si chiede, aggiungiamo noi giustamente e legittimamente: com’è possibile che materiale probatorio di cui non ho preso visione neanche io sia finito nelle redazioni di alcuni giornali? Grida al complotto e chiede di sapere l’origine della “fuga di notizie”. Una fuga di notizia che stando all’avvocato/costruttore (vedi Marp), ha fortemente compromesso il suo diritto alla difesa. Dice che la foto senza audio non rende “giustizia” alla verità e fa sembrare quell’innocente gesto – quello di porgere la bustarella al magistrato corrotto – come qualcosa di losco.

Bene. A questo punto una riflessione sorge spontanea. Visto che oramai i diritti costituzionali di Manna sono stati violati, visto che la foto è oramai di dominio pubblico, perché, oltre a gridare al complotto, non spiega, se è vero che ha la coscienza pulita, com’è andata la storia?

Perché non dice, una volta per tutte, e non ci sarebbe niente di male né violerebbe alcuna Legge, cosa c’era dentro quella bustarella? Perché Manna, ancora oggi, dopo tante chiacchiere sui suoi diritti negati, sulla presunta inaffidabilità di Petrini, non spiega pubblicamente cosa ci faceva nell’ufficio del presidente della seconda sezione della Corte d’Appello di Catanzaro titolare di un procedimento penale dove Manna è parte attiva, con in mano un fascicolo?

Basterebbe rispondere a queste due domande per mettere a tacere ogni considerazione sulla sua partecipazione o meno alla corruzione del giudice Petrini, immortalato in tanti video mentre conta il denaro contenuto in diverse bustarelle. Basterebbe dicesse: quel giorno mi trovavo a passare da Catanzaro per lavoro, e visto che c’ero ho pensato bene di portare al giudice Petrini, direttamente nella sua stanza, l’invito al gran galà della legalità, accompagnato dalla ricetta segreta della torta di mele di mia nonna, che tanto piace al Petrini, contenuta nel fascicolo.

Che ci vuole a dire questo se è realmente andata così? Se Manna fino ad oggi ha preferito parlare d’altro, piuttosto che spiegare la sua presenza nell’ufficio di Petrini, un motivo ci sarà. Ed è quello che non sa che dire, non sa come spiegare, in maniera credibile, la natura di quella bustarella, l’unica cosa che può fare è prendere tempo per confondere le acque. Chiunque al posto suo, con la coscienza pulita, avrebbe convocato una conferenza stampa e spiegato passo passo quella giornata. E se lui non l’ha fatto, beh… chiedetevi il perché. Viva il garantismo.