Massomafia, si sveglia la procura di Salerno: “Manna pagò Petrini per ottenere l’assoluzione di Patitucci”

Nuovi guai giudiziari in vista per Marco Petrini, giudice d’Appello di Catanzaro coinvolto nell’inchiesta “Genesi” su un presunto giro di corruzione nel tribunale del capoluogo calabrese. Ma anche per Marcello Manna, attuale sindaco di Rende, che nella sua qualità di avvocato, lo avrebbe corrotto per ottenere l’assoluzione di un boss e non solo. Da tempo infatti girava voce che Manna o il suo collega Gullo fossero stati “immortalati” mentre consegnavano i soldi a Petrini e finalmente adesso se ne hanno i riscontri.

La Procura di Salerno ha infatti chiesto al Giudice per le indagini preliminari di poter ascoltare lo stesso Petrini nell’ambito di un’altra inchiesta di presunta corruzione aggravata dall’aver agevolato la cosca di ‘ndrangheta “Lanzino-Patitucci”. Con lui finiscono sotto indagine per corruzione in atti giudiziari, con aggravante mafiosa, come si accennava, anche l’avvocato Marcello Manna, peraltro sindaco di Rende, l’avvocato Luigi Gullo e Francesco Patitucci.

Secondo gli investigatori Petrini sarebbe stato corrotto dagli avvocati Manna e Gullo per far assolvere Patitucci in un processo. Secondo l’ipotesi accusatoria il giudice d’Appello avrebbe ricevuto, in un primo momento, 2500 euro di acconto, a cui poi se ne sarebbero aggiunti altri 10mila di cui la metà versati a titolo di “saldo” nel dicembre 2019, quando Patitucci è stato effettivamente assolto dal giudice nonostante in primo grado fosse stato condannato a 30 anni di reclusione per omicidio.

La pubblica accusa sostiene – sulla base delle stesse ammissioni fatte dal giudice Petrini che è assistito dagli avvocati Francesco Calderaro e Agostino De Caro – che il 30 maggio dello scorso anno negli uffici della Commissione tributaria provinciale di Catanzaro, l’avvocato Manna consegnò personalmente al magistrato una busta contenente 2500 euro quale “acconto” relativo alla manipolazione del processo a Patitucci.

Nell’ottobre successivo, Petrini avrebbe invece ricevuto dall’avvocato Gullo nella cancelleria della Corte di assise di Catanzaro un’altra busta con all’interno 5000 euro, come seconda rata della prevista tangente. Infine, il 4 dicembre del 2019, dopo la sentenza assolutoria pronunciata nei confronti di Francesco Patitucci, sempre Gullo d’intesa con il collega Manna avrebbe consegnato altri 5000 euro in contanti – sempre nei locali della cancelleria catanzarese – al magistrato corrotto.

Ma non è finita. All’avvocato Marcello Manna si contesta di aver consegnato al giudice Petrini altri 2500 euro consegnati addirittura nella camera di consiglio della Corte di appello di Catanzaro nel maggio del 2019 per effetto dell’annullamento di un decreto di sequestro dei beni emesso in origine dal Tribunale di Cosenza nei confronti dell’imprenditore cosentino Antonio Ioele.

Il giudice reo confesso, Marco Petrini, sarà interrogato in sede di incidente probatorio nelle prossime settimane in ordine agli episodi corruttivi descritti. L’inchiesta che ha portato all’arresto del magistrato catanzarese viene condotta dal procuratore aggiunto di Salerno Luca Masini. Oggetto dell’incidente probatorio saranno alcuni verbali di Petrini di gennaio, febbraio e aprile; due intercettazioni audio-video del 30 maggio 2019 effettuate negli uffici di Petrini della Corte d’Appello e della Commissione Tributaria provinciale di Catanzaro; una terza intercettazione video del dicembre 2019 registrata negli uffici di Petrini della Corte d’Appello.

Tra gli atti sottoposti e incidente probatorio c’è anche il verbale di perquisizione e sequestro del 15 gennaio 2020 operato nei confronti del giudice relativo alla “somma di denaro in contanti”. Anche il verbale di spontanea presentazione di Marcello Manna, del 10 giugno 2020, farà parte dell’incidente probatorio.