Massoneria in subbuglio: Bisi espulso, indagini in corso e altri documenti sugli affari vibonesi di Pittelli

di Saverio Di Giorno

La notizia non ha avuto ancora conferme o smentite ufficiali, però rincorre su molti canali più o meno informali ed è di quelle grosse. Non tanto per la notizia in sé, quanto per le conseguenze che potrebbe avere. L’ex Gran Maestro Stefano Bisi (e non solo lui) è stato espulso dalla massoneria di rito scozzese, quello più antico, diffuso e riconosciuto internazionalmente. E questo pare essere solo il primo atto di una guerra giudiziaria di ricorsi e rivalse che ha il concreto rischio di spaccare la massoneria ufficiale italiana. Con implicazioni anche giudiziarie, anche perché in passato era già successo che “l’amministrazione Bisi” fosse attenzionata.

Il gran casino: voti, soldi e legami

La motivazione di questa espulsione deriva dal gran casino scoppiato all’indomani delle elezioni interne che vi abbiamo raccontato. Si fronteggiavano il calabrese Seminario e il toscano Taroni. Il primo in perfetta continuità con Bisi, quindi basso profilo, estrema discrezione e soprattutto molta ambiguità sulle questioni di giustizia e poca trasparenza. Istanze di apertura e trasparenza invece provenivano da Taroni. In una notte di lunghi coltelli il risultato delle elezioni pare sia stato contestato, confermato, ribaltato. Questo in breve. Quello che più conta è che Bisi e Seminario secondo le gole profonde sono legati più o meno direttamente a una gestione opaca di fondi, proprietà e movimentazioni non del tutto chiare.

Qui vi avevamo raccontato le elezioni e fatto un quadro dei legami in gioco, su tutti quello con Ugo Bellantoni – https://www.iacchite.blog/massoneria-regolare-e-un-gran-casino-seminario-il-conservatore-piace-solo-al-solito-sud/

Qui un dossier che avevamo pubblicato in esclusiva – https://www.iacchite.blog/massoneria-sempre-piu-nel-caos-il-canale-telegram-del-cavalierenero-oscurato-il-dossier-sulla-casa-massonica-di-vibo/

E proprio sulla loggia Morelli di Vibo in occasione di queste accuse incrociate, l’Espresso di recente rispolvera questa intervista a un massone calabrese. 

“Alla Morelli di Vibo, con centoventi iscritti, neppure si riuniscono e il tesoriere teneva a casa 3 milioni di euro in contanti. Ho sempre sostenuto Bisi anche quando è stato accusato e poi assolto dall’accusa di riciclaggio perché percepiva denaro dal Montepaschi ai tempi di Giuseppe Mussari. Ma posso testimoniare che il senatore Pittelli era spesso a pranzo con Bisi e Seminario nella sede di Villa del Vascello sul Gianicolo. E Lutri era segnalato come individuo pericoloso da prima che fosse condannato in Sicilia dove chiesi di inviare un’ispezione magistrale da Roma. Fu mandato un ispettore della stessa circoscrizione con un nulla di fatto. Erano noti anche i problemi della loggia di Tumbarello. L’onorevole Bindi si era resa conto delle aree oscure. Idem per i fratelli di Svizzera, Austria e Germania che alla Gran loggia del 2023 non si sono presentati”

(https://lespresso.it/c/inchieste/2024/4/5/massoneria-brogli-mafie-e-immobili-tra-i-fratelli-del-grande-oriente-volano-gli-stracci/50486 )

Le indagini

Come se non bastasse il neoeletto e contestato Seminario aveva iniziato con una serie di espulsioni di una serie di massoni influenti che hanno annunciato battaglia. Come se non bastasse in breve tempo sono cadute una serie di tegole giudiziarie (le ultime a dir la verità di una lunga storia) da Torino a Palermo. Uno era il caso di Enzo Liardo (FDI) al quale secondo l’accusa sono stati offerti i voti della ‘ndrangheta e nel mercanteggio è coinvolto il massone Saverio Delli Paoli, dipendente regionale amico di un boss, che avrebbe garantito il suo aiuto elettorale. Altra storia delle scorse settimane proviene da Palermo nella quale è finito in manette Mimmo Russo, ex consigliere di FDI: anche in questo caso voti e assunzioni e l’indagine coinvolge anche tale Gregorio Marchese, figlio di uno storico capomafia e Achille Andò, faccendiere iscritto al Grande Oriente d’Italia.

La notizia che circola

Il malumore, le indagini e il trambusto devono aver attirato le attenzioni delle massonerie straniere e di chi coordina a livello internazionale. Ecco, quindi, il messaggio che circola (evidentemente scritto da insoddisfatti della nuova gestione) e che riportiamo integralmente dal momento che solleva più domande che risposte.

I golpisti dopo aver preso in mano il potere con manovre presso la commissione elettorale hanno cominciato a espellere i sostenitori del vero vincitore (Leo Taroni) in modo anche frenetico temendo evidentemente qualche cosa. Cosa si vuole nascondere della vecchia gestione? Quali legami occulti esistono tra alcune personalità’ della massoneria che oggi hanno preso il potere e alcune organizzazioni criminali esistenti da secoli nel Paese? Sarà possibile spezzare il cordone ombelicale tra i due settori? Perché vanno epurati i dissidenti? Per poter agire indisturbati nella gestione della fondazione con più di 200 milioni di patrimonio immobiliare? Evidentemente sanno che appena Leo Taroni potrà ricorrere alla giustizia ordinaria (…) saranno sfrattati velocemente.

Ma il Goi ha gli anticorpi per difendersi dai golpisti e per lottare contro le infiltrazioni mafiose? Pare di sì! E questo è riscontrato dai fatti visto che il più rinomato e importante rito del Goi – quello scozzese antico e accettato che arriva al 33 grado – ha espulso Stefano Bisi e altri golpisti. In questo modo ci si difende dai golpisti e si prova a render loro il benservito: sta iniziando una resa dei conti profonda e avvincente, senza esclusione di colpi.