Mattarella, le “visite” in Calabria e i festival dell’ipocrisia

I biografi e gli agiografi calabresi del riconfermato capo dello stato Mattarella oggi ricordano le sue ultime visite in Calabria: l’inaugurazione dell’anno scolastico a Pizzo Calabro a settembre dello scorso anno, l’omaggio all’eroe albanese Skanderberg a San Demetrio Corone nel 2018, l’inaugurazione dell’anno accademico all’Unical nel 2017 e l’inaugurazione della Cittadella della Regione a Catanzaro nel 2016. Con il massimo rispetto per la persona, si capisce, si è trattato di visite all’insegna della retorica più snervante e con un solo denominatore comune: l’ipocrisia del potere politico. Ci soffermiamo in particolare sull’inaugurazione dell’anno accademico all’Unical.

Il 6 febbraio 2017 il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inaugurato l’anno accademico dell’Università della Calabria. Quando si parla di distacco dei cittadini dalle istituzioni e si cerca un perché, una possibile risposta può venire da quanto succedeva in quelle ore all’Unical: la maggiore istituzione dello Stato viene in Calabria ed è scortato, blindato, inavvicinabile. Ad accoglierlo non ci sono folle di studenti ma le massime “autorità” calabresi: esponenti politici, parlamentari, rappresentanti della regione, amministratori, funzionari, burocrati, baroni, sepolcri imbiancati e tirati a lucido per l’occasione.

La stessa platea che si presenta puntualmente in tutte le occasioni più importanti. Quando il Presidente ha lanciato qualche monito, parlando del “solito” ritardo della nostra Regione rispetto al resto d’Europa e dei mali che affliggono questa terra, ad applaudirlo, soprattutto nelle prime file, c’erano proprio i responsabili di tutto ciò: la classe dirigente più scadente d’Italia che tra un selfie e un tweet non ha provato nemmeno un attimo di vergogna nel pensare che sono proprio loro la causa dei tanti problemi che ci attanagliano, sono loro che non fanno nulla per migliorare la gravosa situazione in cui la Calabria versa. Compresa la governance di allora dell’Unical (l’impresentabile ex rettore Crisci), che, da luogo in cui il merito dovrebbe essere l’unico metodo di selezione, ha permesso che ad assistere a quella manifestazione fossero soprattutto pezzi grossi, amici, amici degli amici, raccomandati, lecchini, arrampicatori sociali, massoni, corrotti e corruttori. Certo, bisogna fare le dovute eccezioni: qualche posto vacante per qualcuno che si impegna veramente per cercare di migliorare le condizioni della Calabria magari sarà rimasto, tra i quali rappresentanti della società civile, docenti e ricercatori precari che sono di fatto la vera spina dorsale che tiene in piedi quello che, nonostante tutto, è il fiore all’occhiello della nostra Regione. Il meglio, ma soprattutto il peggio, riunito nello stesso luogo quindi. E tra il meglio c’era anche Nicola Gratteri, all’epoca già procuratore di Catanzaro, che probabilmente era già imbarazzato nell’essere seduto fianco a fianco a gente come Mario Oliverio, Ferdinando Aiello e Mario Occhiuto, che poi avrebbe indagato.

Uno dei pochi lati positivi della rielezione di Mattarella è che al posto suo non c’è Berlusconi o peggio qualche suo replicante e il capo dello stato rieletto non ha nessun interesse a fermare l’operazione di pulizia che Gratteri purtroppo finora ha solo avviato senza toccare seriamente il leggendario superclan dei calabresi.