Mazzette a Catanzaro, il sistema Abramo-Mungo-Bertolone: traffico di banconote, altro che influenze

Randagismo politico: è questa la caratteristica e connotazione migliore del consiglio comunale di Catanzaro nelle sue espressioni confuse, dove centrodestra e centrosinistra sono la stessa cosa e, dove il voto dei cittadini appare sempre di più una scommessa ad una bisca clandestina. Biscazzieri, infiltrazioni di ‘ndrangheta e massomafiosi sono i punti fermi dell’eredità: così appare decente allargare la maggioranza di Nick marmitta non già per fronteggiare le emergenze, quanto per foraggiare in euro la pletora degli straccioni. La politica resta altro, quello che manca nel palazzo e che i cittadini ormai stanno comprendendo.

Questa è la sintesi del discorso di commiato del procuratore Nicola Gratteri dalla Calabria e dalla città di Catanzaro, città alla quale ha lasciato una promessa ed un impegno futuro: l’attività della procura continua meglio di prima ed alcune vicende ritenute archiviate, erroneamente dovranno essere riprese, individuando responsabili e reati. È una misura di rispetto dei cittadini, quelli che hanno contribuito positivamente sul lavoro degli organi inquirenti.

Nella rilettura della storia e delle sue sfumature, quelle di basso valore, Catanzaro c’è, con le sue consacrazioni ecumeniche e con la regola dell’ostia e del compasso, l’eredità del vescovo Bertolone, quello fuggito di notte con una buonuscita di circa 4 milioni di euro e la razzia degli ori di alcuni santuari, come Madonna di Porto e Torre Ruggero. Tutto avviene ed è avvenuto secondo il metodo “mazzetta” caro a don Francesco Candia, segretario sconsacrato di Bertolone dove il denaro cammina in cifre da basso taglio, confezionato con gli elastici e con il favore delle tenebre e dei vicoli cittadini.

Da qui, da questo perimetro parte ed in parte si dovrebbe chiarire la “curiosità” recente degli inquirenti, come valutare se la restituzione dell’estorto sana il possibile reato di concussione e di peculato, atteso che lo scenario è un passo oltre il traffico di influenze, essendo diventato traffico di banconote. Ma, soprattutto, deve chiarire se il metodo della provvigione variabile, da cento euro a salire, sia l’impronta della nuova gestione comunale in continuità con l’insegnamento della curia locale.

La storia della città ne è uscita alterata e compromessa se, come appare chiaro, tutto sia stato determinato rispettando la volontà del vescovo Bertolone ed il suo personale cippo da esecuzione, al netto della consistenza del reato, quello che oggi gli inquirenti stanno tracciando.

Siamo a novembre 2017, Abramo è stato riconfermato sindaco per la quarta volta, il comune capoluogo di regione ha conosciuto lo scandalo delle piscine comunali per il quale l’assessore Giampaolo Mungo è stato condannato in via definitiva proprio qualche giorno fa per traffico d’influenze illecite. 

CATANZARO, CONDANNA DEFINITIVA PER MUNGO (https://www.iacchite.blog/catanzaro-traffico-di-influenze-illecite-condanna-definitiva-per-lex-assessore-mungo/)

Lo stesso Mungo che in quel periodo storico siede nuovamente in giunta con le stesse deleghe, espressione di Officine del Sud che è forte in consiglio comunale di due consiglieri, Pisano e Gironda, che verranno più tardi travolti insieme al boss delle cliniche Claudio Parente nello scandalo “Corvo”. E così, sempre in quel mese di novembre 2017, la città registra le dimissioni di Mungo e la sua sostituzione con Cavallaro, operazione avallata dal gruppo di comando (sindaco Abramo, Tallini, Parente e Poggi) con il parere favorevole dei consiglieri comunali Gironda e Pisano.

Da qui parte la curiosità recente della Dda di Catanzaro nell’ultima fase di comando di Gratteri: capire perché il vescovo abbia influito pesantemente sulle scelte amministrative ed in particolare qual è lo stato dell’arte del reato commesso e consumato sulle spalle di due donne vicine alla curia, alle quali per la modica somma, versata in contanti ed in anticipo, di euro 5 mila era stato promesso un posto di lavoro al Comune oppure in una partecipata. Promessa non mantenuta che ha generato le ire di Bertolone, la restituzione del versato e le dimissioni di Mungo.

Quindi al comune di Catanzaro in piena epoca Abramo si era al corrente del flusso di mazzette e della corruzione a latere? Quel sistema oggi mutuato da Nick Marmitta, che sempre con la complicità di Mungo ha avallato l’operazione di nomina del Direttore dell’esecuzione (in gergo Dec) di servizio in appalto del verde cittadino: c’è stata anche in questo caso dazione di denaro? Questo è quanto sta accertando l’autorità inquirente…

Sempre sui tavoli della procura di Catanzaro si sono aggiunte nuove informative, nuovi riscontri audio che certificano, con l’impegno del Mungo, nuovi reati di estorsione, quelli consumati sui beneficiari dei CO.CO.CO. in Regione Calabria, in quota Montuoro e De Nisi, dove peraltro chi ne beneficia è stata candidata in Italia al Centro, e il cui contratto stranamente si è concluso a dicembre 2023.

I beneficiari ed i truffati sono all’attenzione degli inquirenti, tanto che si ipotizzano altri rilievi, questa volta incentrati sui Servizi Sociali e sulla gestione dei nidi. E’ la storia che si sta riscrivendo? Vedremo se Gratteri manterrà la promessa.