‘Ndrangheta a Viterbo: il calabrese a capo del clan è il re dei “Compro oro”

di Valeria Di Corrado

Fonte: Il Tempo

Teste di agnello mozzate, lumini funebri, scritte minatorie sulle vetrine e decine di auto incendiate, persino quelle di due carabinieri. La tranquilla cittadina di Viterbo si è risvegliata nell’incubo che vivono i comuni della Calabria in cui spadroneggiano gli ‘ndranghetisti. Dalle prime luci dell’alba, i carabinieri del Comando provinciale di Viterbo, con l’ausilio di elicotteri e unità cinofile per la ricerca di armi e droga, stanno dando esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare, che ha portato 11 persone in carcere e 2 agli arresti domiciliari, con le accuse (a vario titolo) di: associazione di tipo mafioso, estorsioni, danneggiamenti, incendio, furto, tentativi di rapina, lesioni personali, favoreggiamento personale, illecita concorrenza con violenza o minaccia, detenzioni di armi comuni da sparo.

Le indagini, coordinate dai pm Michele Prestipino e Giovanni Musarò, hanno evidenziato il profondo rancore nutrito dal gruppo criminale nei confronti delle forze dell’ordine. Astio sfociato in pedinamenti per studiare le loro abitudini di vita e nell’incendio delle macchine di due carabinieri (uno dei quali aveva partecipato all’arresto per droga di Rabeshi). Gli stessi militari sono riusciti a sventare il tentativo degli indagati di dare alle fiamme l’auto di un agente della polizia, “responsabile” di aver avviato una serie di controlli amministrativi sui “Compro oro” gestiti da Trovato.