‘Ndrangheta, blitz “Nuova Linea”: indagato anche il sindaco di Scilla. Comune in mano ai clan

Il sindaco di Scilla, Pasqualino Ciccone, di 65 anni, è destinatario di un decreto di perquisizione nell’ambito dell’operazione dei carabinieri “Nuova Linea” che stamane ha portato all’esecuzione di 22 misure cautelari chieste dalla Dda di Reggio Calabria. Ciccone è indagato per scambio elettorale politico-mafioso. I carabinieri hanno perquisito il suo ufficio al Comune e la sua abitazione.

La Commissione d’accesso antimafia chiamata a verificare l’esistenza di infiltrazioni della ‘ndrangheta nell’ente si era insediata il 9 agosto scorso a Scilla, il comune del Reggino al centro dell’operazione “Nuova Linea”. A renderlo noto sui social era stato lo stesso sindaco Pasqualino Ciccone, ora indagato per scambio elettorale politico-mafioso. Il Comune del Reggino era già stato commissariato, nel marzo del 2018, sempre per presunte infiltrazioni mafiose. Sindaco, anche allora, era Ciccone, rieletto in occasione delle amministrative del 2020 con una lista civica. “Notizia terribile  – aveva scritto Ciccone commentando l’insediamento della commissione – che non avrei mai voluto dare a coloro i quali mi hanno sostenuto nel mio percorso di rilancio della città di Scilla”.

Intanto, un consigliere comunale di Scilla, Girolamo Paladino, di 54 anni, è stato arrestato e posto ai domiciliari nell’operazione dei carabinieri “Nuova Linea”.

Paladino é accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, mentre per il sindaco Ciccone, detto “Tre culi”, come viene indicato nelle intercettazioni telefoniche effettuate nell’ambito dell’indagine. l’ipotesi di reato contestata é quella di scambio elettorale politico-mafioso.
Secondo quanto é emerso dalle indagini dei carabinieri, Paladino, in occasione delle amministrative del 2020, sarebbe stato sostenuto dal boss Giuseppe Fulco, di 51 anni, nipote del defunto Giuseppe Nasone, indicato come il capo storico dell’omonimo gruppo criminale. Fulco é una delle 22 persone arrestate nell’ambito dell’operazione scaturita dall’inchiesta coordinata dal Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri, e dai sostituti procuratori Walter Ignazitto, Nicola De Caria e Diego Capece Minutolo. Nei confronti di Giuseppe Fulco il Gip, così come chiesto dalla Dda, ha disposto il carcere così come per i maggiori esponenti della cosca di Scilla coinvolta nell’operazione. Stando alle indagini, Fulco aveva assunto il ruolo direttivo della cosca ricevendo, in questo senso, l’avallo della cosca Alvaro e dando vita alla cosiddetta “nuova linea” di ‘ndrangheta (da qui il nome dato all’operazione) nel territorio scillese. Secondo la Dda, il gruppo criminale Nasone-Gaietti avrebbe messo in atto una lunga serie di estorsioni ai danni di numerosi imprenditori impegnati in lavori pubblici ed imposto ai ristoranti della zona la fornitura di pesce e pane, commercializzati da imprese governate in modo occulto da alcuni affiliati.

La Dda di Reggio Calabria ha chiesto l’interdizione per un anno dai pubblici uffici del dirigente dell’Ufficio tecnico del Comune di Scilla, Bruno Doldo, indagato per turbativa d’asta nell’inchiesta “Nuova linea”. Doldo, che é un architetto, lavora anche per la Città metropolitana di Reggio Calabria. Il dirigente del Comune di Scilla è indagato in concorso con tre imprenditori e con il presunto boss della ‘ndrangheta Giuseppe Fulco, che, secondo l’accusa, avrebbe favorito in relazione a un bando di gara per la gestione di un lido. Il Gip distrettuale, Sabato Abagnale, si pronuncerà sulla richiesta di interdizione a carico di Doldo dopo l’interrogatorio cui sarà sottoposto il dirigente.