‘Ndrangheta e appalti, la passerella di Palla Palla sul cantiere di Barbieri

Palla Palla sul cantiere di Lorica

I due clamorosi arresti di Giorgio Ottavio Barbieri, imprenditore di riferimento del clan Muto e delle cosche cosentine, avvenuti tra gennaio 2017 e febbraio 2018, avevano già fatto rumore in tutta Italia. Adesso è arrivato anche il terzo con il coinvolgimento eccellente del presidente della Regione Mario Oliverio, al quale è stato notificato un obbligo di dimora con l’accusa di abuso d’ufficio aggravato dal metodo mafioso. 

E’ del tutto evidente che, dopo le dichiarazioni dei pentiti e i riscontri della Finanza, adesso le DDA di Catanzaro mira al cuore dei colletti bianchi e del collettore dei finanziamenti. Da tempo scriviamo che c’è una regia politica dietro queste operazioni e se a Cosenza per l’appalto di piazza Fera è il sindaco Mario Occhiuto che comanda con i suoi colonnelli (Potestio in primis), per le gare di Lorica e di Scalea il bersaglio politico è il presidente della Regione Mario Oliverio, che aggiudica le gare sempre allo stesso imprenditore.

Del resto, lo sanno tutti che in Calabria come del resto in tutta Italia non c’è distinzione: giocano tutti con la stessa squadra. Come succede per la metro, tanto per fare l’ultimo squallido esempio.

PALLA PALLA E L’APPALTO DI LORICA

Il Gruppo Barbieri, dunque, vince pure l’appalto di Lorica e, come da scontatissimo copione, ricorre in maniera massiccia ai subappalti. I lavori per la nuova funivia, infatti, sono stati subappaltati ad un’azienda svizzera, la BMF Bartholet, che a sua volta li ha affidati all’impresa Basso, per la quale lavoravano i due operai coinvolti nell’incidente che ha provocato la morte di uno dei due, Enzo Bloise, 31 anni.

Nell’estate del 2016 si erano levate parecchie voci di protesta sulla lentezza dei lavori. Ecco cosa scriveva in particolare il consigliere comunale di San Giovanni in Fiore, Antonio Lopez.

“… Ancora niente si sa sulla messa in funzione degli impianti di risalita a Lorica: é un continuo rinvio, si era detto che nel mese di agosto certamente si sarebbe proceduto all’apertura (dopo un anno di rinvio). Dove sono tutti quei politici che hanno fatto passerella a Lorica? Perché hanno messo la cosa nel dimenticatoio? Forse é il caso che vengano investite le autorità competenti per fare piena luce sul tutto? Non é assolutamente possibile continuare ad aspettare nella speranza che qualcosa avvenga, sugli impianti di Lorica sono stati spesi diversi milioni di soldi pubblici ed é giusto che la gente sappia!…”.

Da settembre in poi il Gruppo Barbieri, per replicare, ha dato una decisa accelerata ai lavori e così ha annunciato, con tanto di ufficialità e di visita del solito presidente Palla Palla, che i lavori sarebbero stati conclusi entro il mese di dicembre.

Oliverio è stato a Lorica il 22 ottobre 2016. Ecco cosa scrivevano i suoi addetti stampa a mo’ di Istituto Luce (altro che comunismo!).

Oggi pomeriggio il presidente della Regione, Mario Oliverio, ha visitato il nuovo comparto sciistico di Lorica.
“I lavori dei nuovi impianti di risalita–ha affermato al termine della visita- sono in via di ultimazione. Entro dicembre saranno inaugurati. Nella prossima stagione invernale, quindi –ha aggiunto- si scierà anche a Lorica”.

C’era insomma molta fretta per portare a termine i lavori. Tanta da far morire anche un operaio per la totale mancanza di sicurezza sul cantiere.

Quando muore un operaio si vuol far passare tutto come una semplice fatalità.

E anzi, i costruttori dì questo “aborto” che è costato anche una vita umana, firmandosi Loricaskyarea e neanche con il loro nome (Gruppo Barbieri) come dovrebbero, si permettevano di precisare che il sequestro delll’area non era totale ma solo parziale e che loro (brava gente!) aspettavano solo di poter inaugurare il resto della funivia.

Tanto di questo che è morto, chissenefrega! Questa è l’arroganza del potere del Gruppo Barbieri che rispediamo al mittente con tutto lo sdegno e lo schifo possibile.

Nessun approfondimento dei media di regime, che non hanno neanche “osato” avanzare dubbi sulla mancanza di sicurezza all’interno del cantiere, dove lavorava in subappalto l’impresa Basso.

Il carrello di manutenzione che si è sganciato doveva avere un sostegno in caso di distacco da quell’altezza ovvero venti metri. Ci doveva essere per forza un sostegno sotto o un doppio aggancio di sicurezza del carrello.

Ma se Enzo Bloise, come si affrettano a dire i benpensanti del Gruppo Barbieri, era imbragato e lavorava in una cabina, in caso di distacco non doveva esserci un sistema che evitasse che gli operai potessero precipitare anch’essi?

Ma di cosa stiamo parlando? Se si lavora ad una certa altezza e si tiene conto che una cabina potrebbe staccarsi, deve esserci un modo per gli operai di poter essere aggrappati ad un supporto esterno alla cabina. É una questione di semplice logica. E dunque, se è vero che Enzo era imbragato, dov’era imbragato? Al cavo esterno? E perché è caduto allora?

É stata colpa sua?

lorica2Il Gruppo Barbieri ha preso 13 milioni di euro di soldi pubblici per questo appalto, che paghiamo anche noi, e con tutti i soldi che ha, non é riuscito ad assicurare l’incolumità degli operai? Sono domande puramente logiche che proponiamo ai nostri lettori e ognuno di loro si farà un’opinione.

C’è  una cosa, quindi, che prima o poi verrà fuori ed è facilissima da scoprire: Oliverio (sì, insomma Palla Palla) e Barbieri hanno fatto un grande imbroglio per costruire la cabinovia di Lorica.

Eh sì,  lo stesso imbroglio che fece Massimo Cellino, ex presidente del Cagliari, per costruire a sue spese lo stadio di proprietà. E cioè la costruzione di opere su aree protette.
Sulle aree protette non si può costruire nemmeno un millimetro di cemento.
E la cabinovia ricade, in parte, nell’area del Parco Nazionale della Sila.
Il direttore generale Laudati (ormai passato a miglior vita) e la svampita miliardaria Sonia Ferrari (cacciata a calci nel sedere solo da poche settimane!) hanno chiuso gli occhi su pressione di Oliverio. E cosi il progetto farsa preparato dall’ingegnere Franco Tucci è passato.
1 – (continua)