‘Ndrangheta e turismo. Morra ribadisce: “Cosa si aspetta a mandare la Commissione d’accesso antimafia al Comune di Tropea?”

Il presidente uscente della Commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra, in relazione all’importante operazione antimafia della Dda di Catanzaro denominata “Olimpo” ha diffuso una nota.

“L’ammontare complessivo del valore economico dei beni sequestrati nell’operazione odierna, è di 250 milioni di euro – scrive Morra – e inoltre di particolare interesse risulta il coinvolgimento nell’operazione antimafia di due funzionari della Prefettura di Vibo Valentia dove, in particolare, uno risulterebbe essere il segretario del prefetto Roberta Lulli; nello specifico – prosegue il presidente uscente della Commissione parlamentare antimafia – i due avrebbero violato il segreto d’ufficio fornendo nel 2017 – quando la dottoressa Lulli non era a capo della Prefettura di Vibo Valentia – informazioni relative all’istruttoria di un’interdittiva antimafia ad un soggetto direttamente interessato, intervenendo, così, nel mondo dell’accoglienza dei richiedenti asilo”. I funzionari della Prefettura di Vibo Valentia ai quali fa riferimento Nicola Morra, finiti ai domiciliari, sono Rocco Gramuglia, 54 anni, di Barritteri (frazione di Seminara) – segretario del prefetto di Vibo – e Michele Larobina, 65 anni, di Arena. Entrambi, da quanto emerge dagli atti dell’inchiesta, sono accusati di rivelazione di segreti d’ufficio (relativa all’istruttoria di un’informativa interdittiva antimafia) in favore dell’imprenditore Costantino Trimboli (indagato a piede libero). Secondo l’accusaCostantino Trimboli, in qualità di titolare di fatto della società F94 Srl – società deputata alla gestione di strutture turistiche adibite al servizio di accoglienza migranti per il tramite dell’associazione “Monteleone Protezione Civile”, accreditata presso la Prefettura di Vibo Valentia – provvedeva anche a tutti i servizi di alloggio per gli extracomunitari, in violazione del divieto di cessione totale o parziale di subappalto”.

L’attività di indagine espletata rende evidente – ha rimarcato il gip – la sussistenza dell’ipotizzato delitto di rivelazione di segreti d’ufficio: l’attività intercettiva ed i riscontri documentali hanno consentito di scandire le varie fasi del delitto… Quasi tutti i villaggi turistici della provincia di Vibo – specifica Morra – sono stati riconvertiti, nei mesi invernali, in centri di accoglienza per i richiedenti asilo e – dichiara – quando ciò avviene è perché in Prefettura c’è qualcuno che dà l’autorizzazione e, guarda caso, dietro queste strutture c’era quasi sempre la criminalità organizzata vibonese, in particolar modo la famiglia Mancuso, Barba, Accorinti, La Rosa…insomma – chiosa Morra – come dice Nicola Gratteri: ‘ndrangheta di serie A”. 

“Altra cosa abbastanza rilevante – aggiunge l’ex parlamentare – riguarda il Porto del Comune di Tropea, oggetto di interessi criminali particolarmente significativi. E proprio su Tropea, il sottoscritto ha chiesto pubblicamente che la Prefettura di Vibo Valentia si attivasse per inviare quantomeno la commissione di accesso agli atti per verificare se tutto fosse regolareA sette mesi dalla mia richiesta all’Utg di Vibo, nulla è successo, nonostante parecchi dei soggetti coinvolti nell’operazione odierna denominata “Olimpo” sono di Tropea, fra l’altro c’è l’ex marito di un assessore ai servizi cimiteriali e il papà del dirigente dell’ufficio tecnico comunale… Sarebbe cosa buona e giusta mandare una commissione d’accesso per verificare se il Comune – guidato dal sindaco Giovanni Macrì – sia stato amministrato nel rispetto delle leggi o in barba alle stesse.La ‘ndrangheta vibonese è molto capace di infiltrare le amministrazioni pubbliche e soprattutto la politica locale.E’ il caso – conclude Nicola Morra – si faccia un ulteriore approfondimento circa eventuali nessi tra criminalità organizzata e politici anche nazionali”.

Il riferimento di Nicola Morra è all’arrestato Gaetano Muscia, già coniuge dell’attuale assessore comunale di Tropea, Erminia Graziano, e poi al geometra Pasquale Scordo, anche lui arrestato e padre di un dirigente del Comune di Tropea, Sisto Scordo.