A Nicotera la notizia del giorno è che il sindaco Marasco, dopo neanche una settimana, ha ritirato le sue dimissioni “irrevocabili” dopo l’annuncio dell’invio della Commissione d’accesso antimafia da parte del Ministero degli Interni. Il sindaco ha motivato il suo dietrofront con le incessanti (?) richieste dei cittadini… Al di là della facile ironia, qualcuno dovrebbe ricordare a Marasco che molto difficilmente il lavoro di una Commissione d’accesso si chiude senza sciogliere il Comune. E per Nicotera sarebbe la quarta volta… Non ci interessa commentare la marcia indietro di un sindaco ormai sfiduciato ma ci interessa molto di più commentare l’atteggiamento di chi, in questi giorno, ha gioito per l’arrivo della Commissione ed è molto peggio del sindaco sfiduciato.
Di seguito, un post della giornalista nicoterese Enza Dell’Acqua.
COMMISSIONE DI ACCESSO AGLI ATTI – COMUNE DI NICOTERA.
Gioire per l’arrivo della Commissione di accesso agli atti nel proprio comune di appartenenza è una cosa assai triste. È un sabotaggio di se stessi, prima ancora che del proprio paese. Non si può essere felici di tale procedimento prefettizio, perché spesso rappresenta l’anticamera dello scioglimento del mandato degli elettori. E un cittadino che ama davvero la propria città non può essere felice di un futuribile scioglimento. Se lo è, è perché non ama davvero la sua città, ma sicuramente antepone il proprio appagamento personale, per l’ennesima disfatta di Nicotera, al presunto interesse verso la città.
Gustare la soddisfazione per le dimissioni di un sindaco, pascere la propria antipatia verso questo o quell’amministratore, non ci rende buoni cittadini, ma gente priva di senso civico, che ha più a cuore la propria piccola rivalsa personale, al benessere totale del paese. Perché un sindaco che non ci piace sarebbe entusiasmante combatterlo con le armi della democrazia, della sana competizione elettorale, e non con la sgangherata e squallida euforia perché si è insediata una commissione di accesso che ce lo toglie di mezzo, indipendentemente dalle buone e giuste motivazioni che ha indotto un prefetto ad agire in tal modo.
Un sentimento di maligno compiacimento che diventa non so se più ridicolo o drammatico se viene da parte di soggetti che puzzano di mafia a tre kilometri di distanza come le fogne a cielo aperto che ammorbano l’aria. Prestanomi di professione e zelanti faccendieri della ndrina locale, incredibilmente ancora a piede libero.
Quindi di che gioite? Ché a voi non la commissione di accesso agli atti ci vorrebbe ma la detenzione al Costarelle.