Vista la totale assenza di argomenti di “campagna elettorale” per la pochezza di tutti i candidati (nessuno escluso), ci si accapiglia per le questioni legate ai manifesti.
Già stamattina abbiamo pubblicato la notizia (che ha aperto anche un proficuo dibattito) relativa allo “strappo” di un manifesto di Lucio Presta e del suo amico razzista Paolo Del Debbio da parte degli attacchini di Occhiuto che ha fatto andare in bestia Damiano Covelli, noto cameriere di Madame Fifì.
Covelli si lamentava sul suo profilo Facebook scrivendo testualmente: “Strappato il manifesto di Lucio Presta per attaccare quello di Occhiuto. Arroganza allo stato puro. Pensano di essere i padroni della città”.
Ora, al netto delle nostre considerazioni relative al fatto che, in fondo, quegli attacchini hanno fatto bene a strappare un manifesto nel quale si propaganda la presentazione della candidatura di Presta affidata ad un noto razzista quale il giornalista Del Debbio, la questione, come ci fanno notare alcuni nostri lettori, è più profonda e complessa.
I 6×3 (questo il nome in gergo dei manifesti tipo quelli di Presta e Occhiuto) hanno una regolamentazione particolare. Ma soprattutto vanno attaccati in appositi spazi preposti e non certo come è stato fatto con quei due manifesti che vediamo in fotografia. Entrambi chiaramente abusivi. Dunque, il signor Covelli si lamenta e non dice che è lui per primo ad essere “abusivo”. Uno scivolone che non fa altro che rafforzare la già pessima opinione che la gente ha del suo “fare politica”.
Per non parlare del fatto che possono essere affissi soltanto dopo la pubblicazione delle liste, e quindi non adesso.
Ma andiamo avanti.
I 6×3 sono gestiti direttamente da due aziende concessionarie, mentre il Comune ha tenuto solo pochi spazi. Le aziende concessionarie sono la Alessi, proveniente dalla Sicilia, ma soprattutto la Pubbliemme di Vibo Valentia.
Di conseguenza, se vuoi attaccare un 6×3 per 15 giorni devi pagare una di queste due aziende e i manifesti non li può toccare nessuno, anche perché le aziende stesse li rimpiazzano subito se cadono o se vengono strappati.
La Pubbliemme, nata circa una quindicina di anni fa, in questo senso, come diciamo a Cosenza, è in grado di fa chiova e scampa’.
Proveniente dal mondo del movimento terra vibonese, in pochi anni ha scalato le montagne imprenditoriali. Basta chiedere al cardinale Franco Ambrogio quante decine di migliaia di euro ha pagato (con i soldi nostri…) le fermate degli autobus vendute da questi signori che poi ne mantengono la concessione della pubblicità.
Ma torniamo ai manifesti. Gli addetti ai lavori che hanno visionato la fotografia affermano senza mezzi termini che entrambi sono abusivi e cioè hanno scavalcato le aziende concessionarie, risparmiando così più di 200 euro a manifesto.
Insomma chissi (il barone Occhiuto e il marchese Presta) mancu paganu.
La questione, dunque, diventa ancora di più di basso se non infimo livello. Sappiamo bene che spesso gli attacchini sono gli stessi per più candidati senza differenza di colore politico. Attaccare 6×3 abusivi ce ne vuole, solo i politicanti ci riescono. Questo denota carenza a livello di controlli.
Appare chiaro come gli uffici preposti del Comune e i vigili urbani non perseguono né l’uno né l’altro candidato, così da non guastarsela con nessuno. Altrettanto chiaro appare il motivo per il quale nessun sindaco ha perseguito tutte quelle aziende che prima di questa concessione (regolamentata da gara) avevano a disposizione spazi 6×3. Ci sono crediti con oltre 6 zeri da recuperare: Presta, Occhiuto o chicchessia lo farà?
Infine vi invitiamo ad attaccare un 6×3 in abusivo con sopra scritto Iacchite.com e vediamo in quanti minuti sarà staccato e in quanti giorni vi sarà recapitata la multa.
Perché noi non ci chiamiamo né Presta, né Occhiuto e né, con decenza parlando, Covelli, Adamo o Bruno Bossio…