Chi si attendeva attacchi al calor bianco contro i traditori o stilettate velenose agli alleati che lo hanno “crocifisso” sguinzagliandogli contro la procura di Catanzaro, è rimasto deluso. Un Occhiuto decisamente sottotono quello che ha biascicato parole nel salotto di Nicola Porro, a “Quarta Repubblica” su Rete 4. Una “difesa” senza né capo e né coda alle accuse dei magistrati, che scandagliano non solo le sue discutibilissime attività private ma anche e soprattutto il suo modo di governare la Regione. Perché è chiarissimo che tutti gli incarichi e le nomine assegnate a Paolo Posteraro (del quale non ha mai fatto neanche il nome) sono passate dalla sua control room e persino da quella della… compagna Matilde (senza cognome) che lo ha assunto come “segretario particolare”.
Occhiuto ovviamente non ha detto una sola parola su Ernesto Ferraro, ovvero colui che è stato nominato direttamente da lui – da presidente della Regione e non certo da padrone di una vigna – a capo delle Ferrovie della Calabria. Come fa Occhiuto a dire che la procura non sta indagando sulla sua attività di presidente se le indagini partono proprio da questa nomina vergognosa e che – se avesse un minimo di amor proprio – dovrebbe annullare immediatamente?
E non ha detto una sola parola anche sulla vigna prima acquistata e poi ceduta insieme al suo socio Posteraro. “dimenticando” che se non fosse stato presidente della Regione non avrebbe mai potuto rifilare il “pacco” a quell’imprenditore compiacente che prima o poi lo metterà davanti alle sue responsabilità nonostante non abbia ancora incredibilmente toccato una fideiussione personale da un milione che chiunque avrebbe incassato perché truffato. Molto più comodo attaccare il giornale Domani, paragonato a una cancelleria di tribunale solo perché ha dato i dettagli, decisamente disarmanti, della sua corruzione. Un “gombloddo” di Serie… D!
Ma il vero problema di Occhiuto è la sua caduta verticale in… immagine perché adesso tutti ma proprio tutti hanno capito di che pasta è fatto e toccano con mano le chiacchiere con le quali sta governando peggiorando ancora di più la situazione già disastrosa della Calabria. Lancia solo un timido messaggio ai suoi “alleati” che gliel’hanno messa in quel posto. Dice loro che si candiderà… lo stesso magari facendo “concorrenza” al candidato ufficiale del centrodestra che non sarà lui. Una strada che hanno già intrapreso Chiaravalloti, Loiero e persino Oliverio prima di lui con il risultato non solo di essere “trombati” ma di conseguire numeri ridicoli. La deriva del parassita è appena cominciata. Chi troppo in alto sale cade sovente precipitevolissimevolmente. E il tempo è sempre galantuomo: ara squagliata d’a nivi… con tutto quel che segue.









