Oggi è la giornata mondiale dei diritti umani ma la politica non se ne è accorta (di Ilaria Cucchi)

di Ilaria Cucchi

Oggi è la giornata mondiale dei diritti umani.
La politica non se ne è accorta. Ed intendo la politica tutta. Quel che non è chiaro a tutti è che io non sono una ‘figurina’. Ho fatto del mio manifesto politico elettorale questo tema. Non ho intenzione di recedere. Ho ricevuto forza dal consenso elettorale che ho avuto l’onore di ricevere.

Il tema carcere ‘che non porta voti’, come qualcuno cinicamente ha sostenuto e sostiene, è stato il motivo fondante della mia candidatura. Un tema che si coniuga proprio con la tutela dei diritti fondamentali dell’uomo. In ogni aspetto della sua vita. Sociale, economico, sanitario, politico e religioso.
Mi ribello alla politica economica che vuol far cassa sul pianeta carceri, detenuti ed agenti di polizia penitenziaria.
Nella mia solitudine traggo forza dagli incontri con esponenti sindacali degli agenti che si siedono al tavolo con me che non mi stanco di denunciare abusi e condizioni disumane di vita che sono inflitti ai detenuti. Ma non chiudo gli occhi a quelle stesse condizioni disumane di lavoro e, quindi, di vita cui è costretto a vivere il personale che vi lavora.

“Senatrice Cucchi – mi hanno detto alcuni di loro – che al governo ci sia l’uno o l’altro, per noi non cambia nulla. Siamo sempre lasciati indietro”.
Il carcere non porta voti. È con dolore che oggi sento solo parlare di alleanze con l’uno o con l’altro. Di stucchevoli argomenti di divisione o contrapposizione tra tutti. Nessuno escluso. Di legislazione d’emergenza che di emergenza nulla ha, tantomeno su questo tema. Di carcere si muore e si continua a morire. Agenti e detenuti.
Di negazione di diritti umani si muore.
Io non sono una ‘figurina’. Io sono la sorella di Stefano Cucchi morto di violento cinismo ed indifferenza.
Questo me lo porto dentro sempre. Ogni giorno. Perchè ciascuno di noi e voi potrebbe essere lui, un giorno.