Omicidio Bergamini, 60^ udienza. La sentenza sarà pronunciata il 19 o il 24 luglio, la lunga attesa sta per finire

La sentenza del processo per l’omicidio volontario pluriaggravato di Denis Bergamini sarà pronunciata dalla Corte d’Assise di Cosenza presieduta da Paola Lucente, giudice a latere Marco Bilotta, il 19 o il 24 luglio prossimi.
Chiusa la fase istruttoria con l’escussione di tutti i testimoni della difesa, la 60^ udienza del processo, con l’imputata Isabella Internò, 55 anni, anche oggi contumace, si è focalizzata sulla richiesta di’acquisizione di eventuali nuove prove (come da articolo 507) e di documenti integrativi. Ma soprattutto sulla calendarizzazione della discussione. La presidente Paola Lucente ha stabilito due tipologie di calendario. Se il pm Luca Primicerio e la parte civile – rappresentata dagli avvocati Fabio Anselmo, Alessandra Pisa e Silvia Galeone – chiuderanno la requisitoria in tre udienze tra l’8, il 9 e l’11 luglio, le arringhe degli avvocati dell’imputata avranno luogo nelle due udienze previste per il 15 e il 18 luglio e la camera di consiglio, con relativo pronunciamento della sentenza, sarebbe programmata per il giorno dopo, il 19 luglio.

Viceversa, se la requisitoria del pm Luca Primicerio e la discussione degli avvocati di parte civile si protrarranno per quattro udienze – già fissate per l’8, il 9, l’11 e il 12 luglio -, le arringhe degli avvocati della difesa slitterebbero alle udienze del 22 e del 23 luglio mentre la camera di consiglio e il pronunciamento della sentenza sarebbero calendarizzate sempre per il giorno dopo, il 24 luglio.
Tempi relativamente brevi, di conseguenza, per la chiusura del processo per l’omicidio di Denis Bergamini, iniziato il 25 ottobre 2021 e sviluppatosi con 60 udienze effettive (ce n’è stata qualcuna “ponte” come si dice in gergo e qualcun’altra è “saltata”) e l’escussione di un centinaio di testimoni. Di contro, se consideriamo che si è arrivati al sospirato processo dopo quasi 32 anni dai fatti, un processo-farsa, due archiviazioni e due riaperture del caso, possiamo tranquillamente affermare che la lunga, oseremmo dire interminabile attesa sta finalmente per finire.

Passando alle richieste formulate oggi in riferimento ai documenti integrativi di indagini e a nuove prove, la Corte ha ammesso – su richiesta del pm Primicerio – l’acquisizione della richiesta di incidente probatorio, successiva alla riesumazione della salma di Bergamini e risalente al novembre 2017, alcuni articoli della Gazzetta del Sud del 1989 e il dvd della puntata del Processo del Lunedì del 20 novembre 1989, due giorni dopo l’omicidio del calciatore. Ma anche i verbali riguardanti le dichiarazioni dell’ex allenatore del Cosenza Gianni Di Marzio (deceduto due anni e mezzo fa) e due verbali di interrogatorio di Isabella Internò del 2013 e del 2014, dal momento che la donna non ha inteso sostenere l’esame dell’imputata e non ha neanche reso dichiarazioni spontanee davanti alla Corte. Acquisiti anche alcuni biglietti di Natale, che erano stati acquistati da Bergamini alcuni giorni prima della sua morte.
La Corte ha altresì ammesso l’acquisizione di una serie di fotografie scattate dall’ispettore di polizia Pasquale Pugliese a Roseto Capo Spulico nelle vicinanze della piazzola nella quale è stato rinvenuto il cadavere di Bergamini. Si tratta di foto dalle quali è visibile un canale tra il terriccio e il guardrail – tuttora esistente – che avrebbe reso davvero difficile il passaggio di un’autovettura.

Acquisita agli atti del processo anche la richiesta di riapertura del caso risalente al 2011 firmata dall’avvocato Eugenio Gallerani, che ha rappresentato fino al 2015 la famiglia Bergamini. Il pm Primicerio l’ha chiesta come dato storico scontrandosi con la difesa, che si era opposta all’acquisizione chiedendo l’escussione dello stesso legale ferrarese, rigettata dalla Corte. Così come la richiesta di ascoltare come testi l’ex calciatore del Cosenza Daniele Simeoni e Antonella Leoncini, una donna conosciuta da Bergamini a Milano Marittima qualche mese prima della sua morte. La Corte ha ritenuto superflue le due testimonianze e ha proceduto con la calendarizzazione della discussione.