Omicidio Bergamini, Galeazzi: “Denis era mio fratello, la verità sarà premiata”

Oggi al processo per l’omicidio volontario e pluriaggravato di Denis Bergamini è stato ascoltato Sergio Galeazzi, l’ultimo compagno di squadra ad aver visto Denis vivo al cinema Garden. Ha confermato tutto quanto aveva già affermato nel corso delle precedenti deposizioni in sede istruttoria. In particolare, Denis gli ha riferito di un colloquio con qualche familiare della Internò quando gli ha parlato dell’aborto di Isabella: “I familiari mi hanno detto che se non la sposo ci saranno conseguenze” e Denis ha risposto: “No, io mi assumo le responsabilità di genitore e basta”.

Galeazzi è stato intervistato da Bruno Palermo per Sky Sport.

Hai definito nel corso della deposizione Denis Bergamini un fratello

Sì, perché si era creata un’amicizia e un’intesa tale che ancora oggi con gli altri compagni di squadra come Claudio Lombardo, Gigi Simoni e Ciccio Marino quando ci sentiamo ci chiamiamo fratelli, a testimonianza del fatto che tra di noi c’è un legame molto forte che va al di là del calcio.

Hai confermato tutto quanto era già emerso: le due ombre al cinema Garden e la tua convinzione che Denis è stato ucciso. 

Le due ombre non ho avuto modo di capire chi fossero perché era solo penombra. Per quanto riguarda il suicidio, non c’è mai stato dubbio: la verità viene fuori ed è giusto che sia così anche se sono passati tutti questi anni, è giusto che la verità venga premiata

Perché e chi ha potuto fare così tanto male a Denis?

Perché e chi lo dirà la giustizia. L’importante è che venga confermato che non sia stato un suicidio, perché sarebbe veramente scandaloso nei confronti della famiglia e di Denis, che non si merita tutto questo: era un ragazzo pulito, sano e non avrebbe mai fatto un gesto del genere.