Omicidio Bergamini. Il Resto del Carlino: “Denis ucciso per motivi passionali”

di Franco Vanini

Fonte: Il Resto del Carlino

Depistaggi, documenti insabbiati, false testimonianze sono alla base di un mistero lungo trent’anni: la morte di Denis Bergamini. Il calciatore del Cosenza, un ragazzo di 27 anni, pieno di progetti e di vita, con un futuro certo in Serie A, era stato trovato cadavere la sera del 18 novembre 1989, lungo la strada 106 jonica, all’altezza di Roseto Capo Spulico, in provincia di Cosenza. Dopo trent’anni ora sappiamo con certezza che Denis è stato ucciso. Ma per la sua morte non c’è nessuno in carcere, almeno per ora. La procura di Castrovillari ha concluso l’inchiesta per l’ex fidanzata Isabella Internò, chiedendone il rinvio a giudizio: un omicidio, sostiene la procura, maturato nel contesto familiare. Fa una certa impressione leggere gli atti, vedere nero su bianco quanto la famiglia diceva inascoltata. Non ci sono prove inconfutabili ma una serie di pesanti indizi che portano sulle tracce di Isabella, l’ex fidanzata.

“Man mano che si approfondivano, le piste investigative sulle cause che portarono alla morte del calciatore ferrarese hanno perso consistenza”. E’ nell’ultima settimana di vita del calciatore che Isabella Internò seppe con certezza di aver perso definitivamente il suo fidanzato. Di qui la decisione “del proposito vendicativo, preordinando i mezzi e le modalità di attuazione. Cosciente di non poter fare tutto da sola, ha cercato l’appoggio della famiglia. Aver rotto il fidanzamento iniziato tre anni prima, quando lei era minorenne e non averla sposata, era ritenuto un affronto dai genitori. Per la donna non era stato difficile far credere che Bergamini l’aveva costretta ad abortire al quinto mese e mezzo di gravidanza, portandola a Londra e pagando tutte le spese necessarie. Agli occhi dei genitori Donato deve essere apparso come il calciatore che aveva messo incinta la figlia, si era rifiutato di sposarla, costringendola ad abortire, a loro insaputa. Dopo due anni di relazione con la figlia, l’aveva lasciata e aveva iniziato un nuovo legame affettivo”.

L’agguato: “Per attirare il calciatore fuori dal ritiro di Rende si è ipotizzato che Isabella Internò abbia imbastito la farsa di un incontro sollecitato dai familiari, che volevano chiarimenti sulla questione dell’aborto. Per circa due ore ha atteso l’arrivo dei suoi complici, fermi nella famosa piazzola. Dopo l’omicidio aveva recitato la parte della ragazza disperata”. La procura suppone “la partecipazione come esecutori materiali di due giovani visti sul luogo del delitto subito dopo il reato”.