Operazione “Becco d’oca”: sgominata tra Toscana e Calabria una “cricca” dedita al riciclaggio

L’operazione “Becco d’oca”, condotta dalla Dia di Firenze, con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia, ha permesso di scoprire un’associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio e all’evasione fiscale che operava tra la Calabria e la Toscana.

L’operazione ha portato alla luce un fiume di denaro illecito, generato con le attività nel settore dell’edilizia, che poi veniva reimpiegato in attività imprenditoriali e immobiliari.

Sei sono gli indagati nell’ambito dell’operazione: quattro sono originari di Strongoli (Crotone), uno della provincia di Cosenza e uno della provincia di Bologna. Uno degli indagati, Giuseppe Iuzzolino, un imprenditore calabrese di 80 anni, residente a Strongoli ma domiciliato a Firenze, è finito agli arresti domiciliari con l’accusa di bancarotta fraudolenta, reato emerso durante le indagini in un procedimento a se stante e portato avanti dalla sezione di polizia giudiziaria della Guardia di Finanza, ma poi confluito nella stessa operazione della Dia.

Una decina le operazioni finanziarie sospette individuate dagli investigatori, commesse tra il 2009 e il 2014, dai sei indagati. La Dia ha compiuto una complessa ricostruzione patrimoniale che ha permesso di individuare innumerevoli acquisti di beni mobili e immobili e costituzioni societarie da parte dell’associazione a delinquere. Gli indagati negli anni hanno acquistato importanti esercizi commerciali quali bar, pasticcerie, ristoranti e pizzerie attivi a Firenze e Prato. Attraverso queste attività, il denaro riciclato veniva poi reimmesso nel circuito dell’economia legale