Nell’ambito dell’operazione “Costa Pulita”, che ha assestato un duro colpo alle cosche vibonesi, la DDA di Catanzaro ha effettuato 23 provvedimenti di fermo.
A piede libero sono indagate 53 persone fra cui politici di spicco di Briatico e Vibo Valentia.
L’indagine colpisce anche politici locali di Briatico e Parghelia. Numerose le perquisizioni. Documentate anche ritorsioni contro il giornalista Pietro Comito che aveva ricevuto lettere minatorie per aver scritto su Calabria Ora sui misfatti al Comune di Briatico.
Fra i fermati ci sono il boss di Limbadi Cosmo Michele Mancuso, Salvatore Muzzopappa di Nicotera (cognato del boss Pantaleone Mancuso, alias “Scarpuni”), i fratelli Davide e Federico Surace di Spilinga, Giovanni Rizzo (cl. ’82) di Nicotera.
Gli altri arrestati:
Antonino Accorinti di Briatico, indicato come a capo dell’omonimo clan;
Antonio Accorinti, figlio di Antonino;
Francesco Giuseppe, detto Pino, Bonavita, ritenuto al vertice dell’omonimo clan alleato con gli Accorinti;
Leonardo Melluso di Briatico ed i figli Emanuele e Simone Melluso;
Nazzareno Colace di Portosalvo; Giuseppe Evalto;
Giuseppe Granato di Briatico; Adriano Greco di Briatico; Ferdinando e Carmine Il Grande di Parghelia;
Gerardo La Rosa di Tropea; Giancarlo Loiacono di Zambrone; Francesco Marchese (cl. ’86) di Briatico; Pasquale Prossomariti; Salvatore Prostamo (cl. ’76) di Briatico; Carlo Russo di Zambrone.