Ora basta. Anche i cosentini meritano un Tribunale giusto e onesto

Penso sia arrivato il momento anche per i cosentini di avere una Giustizia equa e un Tribunale al servizio del popolo italiano. Non se ne può più di una procura impegnata solo ad indagare ragazzini che fumano spinelli, mentre ogni tipo di denuncia, presentata dal cittadino, sulla malasanità, sulla mala amministrazione, sugli abusi di potere, sulla negazione dei diritti, sulla corruzione della politica, sulle ruberie pubbliche, finisce sistematicamente nel dimenticatoio.

Politici, medici, avvocati, dirigenti pubblici, commercialisti, pubblici ufficiali, e professionisti vari, se appartenenti al “giro” degli amici degli amici, a Cosenza possono commettere ogni tipo di reato che nessuno si sognerà mai, anche se dovessero arrivare esposti e denunce circostanziati sulle loro malefatte, di aprire un fascicolo su di loro. E quando capita di indagare su qualcuno appartenente a queste fortunate categorie, magari perché costretti dalle circostanze, tutto si risolve sempre con una bella assoluzione. Nel civile e nel penale.

Il Tribunale di Cosenza da tempo non è più in grado di offrire al cittadino una giusta Giustizia, troppi sono i conflitti di interesse che molti magistrati, impiegati presso la procura e il Tribunale di Cosenza, si portano dietro. Del resto basta guardare la storia del Tribunale di Cosenza per capire che tali legami sono antichi: se Serafini è stato procuratore capo per 20 anni, Granieri per altri 10 anni, è chiaro che qualche amico, a cui non possono pestare i piedi, in tutto questo tempo se lo saranno fatto. In genere un procuratore capo dopo 5/6 anni di servizio presso una determinata procura viene trasferito, proprio per non creare conflitti di interesse. Ma a Cosenza tutto è possibile. E infatti ad essere condannati e indagati a Cosenza sono solo i delinquenti di strada. Di amici degli amici indagati o in galera, e lo dicono i numeri, a Cosenza, neanche l’ombra.

È difficile trovare Giustizia a Cosenza in queste condizioni, specie se denunci qualche pezzo da 90 della borghesia locale. Anzi succede che a pagare, alla fine, è sempre chi denuncia. Perché denunciare un pezzo da 90 a Cosenza, comporta solo problemi: minacce e ritorsioni avvallate da pubblici ufficiali, questo è quello che ci si guadagna a cercare Giustizia a Cosenza.

Le chiacchiere stanno a zero. E le promesse da parte dei 5 Stelle di riportare quel minimo di legalità anche a Cosenza, necessaria per il vivere civile, iniziano a vacillare.

La tanto attesa ispezione al Tribunale, richiesta da tutti i deputati 5Stelle che fine ha fatto? Non è che per caso anche questa promessa è stata ritirata o barattata con altro per accontentare Salvini?

Se così fosse, sarebbe veramente una vigliaccata nei confronti di chi ha votato il movimento proprio per combattere una volte per tutte corruzione e malaffare.

Anche a Cosenza deve valere: la Legge è uguale per tutti.

GdD