Palla Palla traballa e i topi abbandonano la nave (Neri, Scalzo, Sergio)

Quando la nave affonda i topi scappano. Ed è il caso di tre consiglieri regionali di maggioranza che sul finire di questa pessima legislatura hanno deciso di lasciare la nave di Palla Palla e fondare un nuovo gruppo politico dal nome che è tutto un programma: “Moderati per la Calabria”. Evidentemente, per i tre, l’azione politica portata avanti da Palla Palla in tutti questi anni, e da loro fino ad oggi sostenuta, è diventata troppo esagitata, esasperata, scalmanata, esaltata al punto tale da necessitare di un momento di moderazione.

I tre da chiazza sono: Antonio Scalzo e Peppe Neri (Pd e Dp), Franco Sergio (“Oliverio presidente”).

Tre consiglieri regionali sostanzialmente del PD, a suo tempo legati a Palla Palla, per lo più sconosciuti al “grande pubblico” calabrese. I classici portatori di voti degli amici degli amici. Se domandi in giro non li conosce nessuno, eccezion fatta per la loro clientela elettorale. Tre scalda poltrone che non hanno prodotto nulla e che, vista la maliparata, hanno pensato bene di correre ai ripari, scaricando tutte le responsabilità dei tanti fallimenti di questa legislatura, dopo averne fatto parte a pieno titolo, su Palla Palla, con la speranza di poter trovare, da qualche altra parte, un posticino in qualche scialuppa di salvataggio.

I tre, la cui unica attività in tutti questi anni è stata quella di farsi i cazzi loro, rimproverano a Palla Palla lo scollamento tra l’azione amministrativa e i cittadini. Roba che se glielo chiedi a quattr’occhi non sanno manco loro che vuol dire. Ripetono a menadito frasi fatte dove il “richiamo” al cittadino deve essere evidente. Prima il cittadino, dicono oggi. Lo stesso cittadino di cui, fino a ieri, non se ne sono mai fregati niente. Ma che oggi diventa il centro del loro mondo. Tanto da fondare un nuovo gruppo che tuteli i loro calpestati diritti. Una mancanza di rispetto verso i cittadini di cui si sono accorti solo adesso.

Un classico che più classico non si può: la solita odiosa, vecchia e stantia retorica politica di chi la politica l’ha sempre intesa come lo strumento ideale per derubare i cittadini. E siccome i cittadini si sono lasciati derubare per decenni da questi delinquenti, senza mai lamentarsi, pensano che sia ancora così, e che basti recitare la parte del politico al fianco del cittadino, per riavere il solito consenso, e rifarsi una nuova verginità politica.

Pensano ancora all’elettore calabrese come all’indigeno che viene dalla montagna con l’anello al naso. Un semianalfabeta senza onore e dignità, pronto a vendersi a chiunque per un piatto di lenticchie. Facile da raggirare e che si accontenta anche solo di semplici promesse. Un sempliciotto che dà peso solo all’apparenza, e mai alla sostanza. E soprattutto disponibile a ‘mmuccarsi ogni tipo di chiacchiera, anche quella che li vuole bravi, buoni, e a favore del popolo.

È chiaro a tutti, tranne che a loro, che siamo di fronte agli ultimi strepiti di una classe politica che, nonostante i puerili e vani tentativi di riaccreditarsi agli occhi della gente, oramai ha le ore contate. Il che vuol dire che il 4 marzo non gli ha insegnato niente, men che meno l’umiltà.

Traballa Palla Palla. La sua oramai risicata maggioranza in consiglio è il chiaro segnale della fine di un’epoca che li ha visti protagonisti, almeno da vent’anni a questa parte, di ruberie, saccheggi, e sperperi che hanno ridotto la Calabria a una regione da terzo mondo. Gli attori principali della nostra miseria.

16 consiglieri non garantiscono più la tenuta della maggioranza in consiglio, e Palla Palla sarà costretto a racimolare i voti ogni qualvolta si presenterà in aula. I malumori sono tanti, ricordiamo i Guccioni e simili, da anni sulle barricate. Tutto scorre sul filo, basta una leggera vibrazione e l’acrobata va giù.

Per come si sono messe le cose una ricandidatura di Oliverio sarebbe un bel regalo ai 5Stelle che hanno già individuato il proprio candidato alla presidenza della Regione Calabria, contro il quale tutti dovranno fare i conti. I calabresi non ne possono più di personaggi come Oliverio e tutta la sua banda. E non aspettano altro che una sua ricandidatura per bocciarlo sonoramente e rendergli, per quel che serve, la pariglia, accompagnata da un bel servito!

Sempre che non si annientino prima tra di loro.