Pallagorio, allevatori uccisi: è stata una vendetta premeditata

Un omicidio premeditato, commesso, esplodendo diversi colpi di fucile, per il rancore nei confronti delle vittime ritenute colpevoli di non essersi (alcuni anni prima) adoperate ad aiutarlo per individuare i responsabili del furto di un attrezzo agricolo che gli era stato sottratto, e, successivi dissidi riconducibili a problematiche legate ai terreni.

Sarebbero questi, secondo quanto riportato dagli inquirenti, i motivi del duplice omicidio di Francesco Raffa e del figlio Saverino uccisi lo scorso 22 dicembre a Pallagorio, nel Crotonese, per il quale è stato arrestato Annunziato Lerose, di 62 anni di San Nicole dell’Alto.

Rilievi sulla scena del crimine e a casa del 61enne hanno permesso di ottenere importanti riscontri tecnico-scientifici a seguito di esami di laboratorio effettuati presso il Ris di Messina. L’autore era stato sottoposto infatti tempestivamente dai carabinieri a prelievi per la ricerca di residui dall’esplosione di colpi di arma da fuoco su superfici cutanee ed indumenti e gli esiti hanno evidenziato la presenza di particelle che per composizione e disposizione possono essere classificate come derivanti da colpi d’arma da fuoco. A completare il quadro indiziario importanti testimonianze, il racconto pieno di contraddizioni dell’autore del delitto e della moglie, l’analisi dei tabulati telefonici delle vittime e di numerose immagini acquisite dai sistemi di videosorveglianza pubblici e privati. Lerose, conoscendo le abitudini delle vittime, avrebbe usato un fucile calibro 12. Percorrendo una strada isolata con l’arma nell’auto, sarebbe giunto nei pressi dell’azienda agricola dei Raffa, nascondendo il veicolo e a piedi, avrebbe raggiunto il luogo dove i due allevatori, a bordo della loro Suzuki Samurai, percorrevano la strada che dalla loro azienda porta al cancello che ne delimita l’accesso. Quando Francesco Raffa, vedendolo, ha fermato il veicolo e abbassato il finestrino per chiedergli cosa volesse, Lerose gli avrebbe sparato tre colpi. Poi, quando Saverino Raffa, già ferito, sceso dal mezzo di trasporto per scappare, lo avrebbe raggiunto, gli ha sparato contro altri due colpi che lo hanno ucciso.

La chiave di volta per dare una svolta all’indagine è stato un urlo straziante “Annunziato mi stai ammazzando” lanciato da Saverino Raffa, che stava cercando di sfuggire all’omicida che prima lo feriva ad una gamba e poi lo uccideva con un secondo colpo. Quel grido disperato è stato raccolto da alcuni cacciatori impegnati in una battuta in prossimità del luogo del grave fatto di sangue e quindi riferito agli investigatori dell’Arma che su quel primo elemento hanno avviato l’indagine.
“Senza quella testimonianza immediata e l’aiuto della popolazione non avremmo orientato in maniera efficace le indagini. E la fiducia nelle istituzioni produce risultati”. Lo ha detto il procuratore capo della Repubblica di Crotone, Giuseppe Capoccia, nella conferenza stampa svoltasi nel Comando provinciale dei carabinieri sull’esito della complessa indagine sul duplice omicidio.

Dalle risultanze investigative, Lerose aveva cercato anche di costruirsi un alibi facendosi, tra l’altro notare, un paio d’ore dopo l’omicidio, nelle vie di San Nicola dell’Alto e presso il tabaccaio del paese. L’attività investigativa si è concentrata sull’analisi dei tabulati telefonici delle vittime e di immagini di videosorveglianza pubblici e privati oltre che su un’efficace attività informativa a livello locale. Indagine complessa data anche dal luogo isolato dove è avvenuto il grave fatto di sangue.