La politica a Paola tra duelli social, inciuci, pugnalate e salti della quaglia. Benvenuti a Jurassic Park
No, non è l’ultimo film della saga di Jurassic World, ma la politica paolana in continua evoluzione.
Partiamo da loro, dai pessimi amministratori della nuova era (‘ppe ri caggi) di Giovanni Politano, il sindaco bamboccio o se preferite fantoccio.
Dopo neanche diciotto mesi hanno già cambiato due assessori, hanno perso un consigliere comunale di maggioranza, sperano nel salto della quaglia di Josè Grupillo e Alfonso D’Arienzo. Il primo ha diramato una nota alla stampa di regime per disperdere la trattativa da tempo avviata con gli Sbano che rubano il metano. Vale a dire “Sto facendo opposizione sui giornali”, nel mentre si incontra con gli Sbano e Logatto a Fuscaldo, nel ristorante sul lungomare dove si fanno gli intrallazzi politici.
Grupillo attende ed è pronto a saltare sul carro degli Sbano, insieme a lui Marcello Lamberti, presidente della Proloco ai margini perché ha votato la Ciodaro.
I Politano’s sono messi male. Sandra Serpa propone a Paola le strisce pedonali con i colori della pace. Ha risolto i problemi della viabilità e del decoro urbano. Datele un premio Nobel per la cazzata più grande.
È la stessa consigliera che insieme a Maria Rosaria Città diramava una nota stampa per informare i paolani di un loro viaggio-vacanza a Malta. Giusto per farvi capire lo spessore della prima, la Serpa, galoppina dei Morrone di Cosenza, capostruttura della consorte di Luca bambinomio alla Regione Calabria, l’ignorantissima Luciana De Francesco (arrassusia e scusate la parola).
La seconda, la Città, impalpabile, degna di nota sola per i continui attacchi a Graziano Di Natale, suo ex mentore, tradito con un battito d’ali insieme a Marco Minervino.
Vale a dire: questi sono i fenomeni della scuderia Politano, capeggiata da Lapo il condottiero impavido che li farà cadere da qui a breve. Affidare a questi una guida politica equivale ad affidare una nave al capitano Schettino. E non serve aggiungere altro.
Se Sparta piange, Atene non ride di certo.
Perché la politica paolana è marcia tutta, dentro, profondamente e anche Andrea Signorelli, che aveva regalato una speranza ai paolani si sta facendo risucchiare nel vortice.
Signorelli è da tempo in silenzio. Confabula con la maggioranza, organizza eventi con il patrocinio del comune di Paola, ai quali presenzia il sindaco o la Serranò.
Il giovane candidato a sindaco si sta facendo fare il lavaggio del cervello da Perrotta e Marianna Saragò, fresca di adesione al gruppo Azione che in Calabria fa riferimento all’ex generale della forestale, sempre più imbarazzante e impresentabile Giuseppe Graziano (chiediamo scusa di nuovo per la parola).
Il “partito” ricettacolo di faccendieri/e a Paola ora vanta l’adesione oltre che della Saragò, anche di Pizzini, Emilio Mantuano, Roberto Perrotta. Una bella compagnia di pagliacci, non c’è che dire davvero. Cosa ci sia sotto questa scelta è ancora poco chiaro ma si sa a Paola la politica è marcia e tutto corrisponde ad un dare e avere..e vedremo cosa accadrà.
Della politica peggiore, quello attualmente che fa più ridere è Grazianeddu Di Natale sempre più trombato e abbandonato da tutti.
Dopo esser stato sbattuto fuori dalla maggioranza Politano chiaramente a trazione di centrodestra, adesso rischia anche di perdere il Partito Democratico a Paola. I dissidenti del Pd, gli ex “Cambia Paola e affidamenti legali da Perrotta”, Mimmo Scagliola e compagnia cantante di centrosinistra vuole forzare la mano per farsi fuori Di Natale.
Si terrà a Paola un incontro alla presenza di Mazzuca guapp’i cartuni e di Giudiceandrea, il comunista col culo degli altri. Pensate voi un po’… Un tentativo di defenestrare i dinataliani che sta bene a tutti. Ai politici paolani che si levano Di Natale dalle scatole ma pure a Mazzuca e Giudiceandrea che avranno spazio (secondo a capu loro) alle prossime elezioni regionali. In verità Grazianeddu non ha nessun amico nel Pd, e prosegue la propria commedia social sperando nel ricorso contro Iacucci.
Prima critica la nomenclatura del vecchio partito democratico e poi va agli eventi della Locanto, di Bevacqua, Iacucci e Irto. Vale a dire, questo è il suo spessore, ma va compreso, a Paola ormai non se lo fila più nessuno.
Si erge a paladino della giustizia sulla sanità, lancia sfide e confronti manco fosse un cowboy, se la suona e se la canta, si pavoneggia ma non lo calcola più nessuno, solo i suoi fedelissimi sparsi per i paesi del Savuto e di Amantea, oltre ai polli rimasti con lui a Paola come Robertino Serpa, sindacalista e dipendente dell’Ospedale di Paola che ormai fa politica anche sul lavoro.
Insomma, questa è la politica della città che un tempo fu quella di esponenti di spessore.
Oggi sono quattro dinosauri che cercano di riciclarsi sempre, giovani ma vecchi dentro, politici alla ricerca di like e consensi, la nuova era (sempre per i caggi) e Perrotta che ha fatto due dissesti e ancora ha il coraggio di parlare. Lasciate ogni speranza o voi ch’entrate.









