Paola, Rete Beni Comuni: “L’arroganza di Perrotta ha superato ogni limite”

Buonasera,
trasmettiamo in allegato quanto in oggetto.
Inutile sottolineare che siamo stati facili profeti visto l’annuncio di positività al covid dell’assessore anti-covid di Paola (purtroppo).

Oggetto: Comunicato stampa Consiglio Comunale 06.11.2012

Rete dei Beni Comuni – Paola 

Il sindaco Perrotta sbaglia a fare di ogni erba un fascio. Oramai il suo atteggiamento arrogante e di sfida ha superato ogni limite. Il Consiglio di venerdì si è tenuto violando le disposizioni anti-covid impartite dal Governo, impedendo la partecipazione dell’assise a tutti i consiglieri, compreso chi soffre di patologie certificate. Sono bravi a chiedere sacrifici ai cittadini ma quando si tratta di percepire il gettone di presenza non ci pensano due volte ad organizzare consigli o commissioni non urgenti. Oppure semplicemente lo fanno per mettersi in mostra, visto lo scarso indice di gradimento che il duo Perrotta-Di Natale riscuote ormai tra i cittadini paolani. Ma evidentemente è quello a cui il sindaco aspirava. Parlare in solitaria senza che nessuno evidenziasse le ennesime bugie raccontate alla cittadinanza. La misura è colma.

Oltre ad ignorare la nostra richiesta di rinvio per consentire la partecipazione in sicurezza di tutti i consiglieri, è stato convocato un Consiglio comunale che prevedeva la discussione su ben tre bilanci (2015, 2016 e 2017), senza rispettare, per analogia di materia, il termine di 20 giorni che il TUEL prevede anche solo quando occorre approvare il bilancio consuntivo di un solo esercizio.

Ma andiamo per ordine. Venerdì è stato richiesto al Consiglio comunale il proprio voto, quindi l’approvazione, sui correttivi da adottare in merito alla discussione su 9 gravi rilievi che la Corte dei Conti ha mosso su bilanci approvati nelle annualità passate. Di conseguenza il voto di venerdì doveva essere frutto della disamina di tutta la documentazione afferente i 3 bilanci. Ad ogni modo, al di là della puntualizzazione sul rispetto del termine previsto dalla normativa, sarebbe stato comunque di buon senso concedere ai consiglieri comunali un congruo termine per visionare tutta la documentazione. I tre giorni concessi sono stati insufficienti finanche a formulare una serie di quesiti da sottoporre all’attenzione degli uffici preposti e dell’assessore al bilancio. Ma già quando arrivò la nota di osservazione della Corte dei Conti la sua presa d’atto – per usare un eufemismo – venne votata il 9 luglio al termine di un anomalo Consiglio comunale dando per letta la stessa.

Anomalo consiglio perché, quel giorno, quando venne votato il Consuntivo 2019, lo si è fatto ancora una volta senza che vi fosse un assessore al bilancio ed alla programmazione economica. Manca perché il sindaco, che ha voluto trattenere per sé le deleghe, non è mai intervenuto in questa veste, scaricando ogni responsabilità sui Dirigenti di settore.
Eppure, andando nel merito, venerdì avrebbe dovuto spiegare alla cittadinanza come mai – parlando di debiti fuori bilancio – all’improvviso compaiono ingenti somme per lavori straordinari di manutenzione della rete idrica solo nel Consuntivo 2019. Una somma finora sottaciuta e, come da prassi, chiusa in un cassetto. Ed ancora, nella risposta indirizzata alla Corte dei Conti vi è l’espressa volontà di questa amministrazione di procedere con l’approvazione del progetto di finanza che prevede l’ulteriore privatizzazione della gestione del servizio idrico.

Non avevano organizzato una settimana fa una riunione di maggioranza rinunciando a questa idea? Perché venerdì l’hanno riproposta? E perché, sempre in sede di Consiglio, quei consiglieri che si sono detti contrari hanno votato a favore? Se, in tal senso, dovessero essere confermate anche alcune indiscrezioni di stampa la situazione diventa a dir poco allarmante.

Ci riferiamo alle trattative, se confermate, tra parte di questa maggioranza e parte di quel centrodestra che è stato autore delle “anomalie” segnalate oggi dalla Corte dei Conti. Responsabilità sottaciute probabilmente per non danneggiare futuri alleati.
Oltretutto, nessuna spiegazione è stata fornita dall’amministrazione in merito ai criteri adottati per le valutazioni del contenzioso. La speranza è che non siano gli stessi parametri utilizzati per chiudere di recente alcune transazioni (effettuate in violazione dell’atto di indirizzo che il Consiglio ha formulato nei confronti della Giunta). Inoltre delle stesse ben poco si sa e non si conosce neanche da chi siano state condotte in quanto mai portate in Consiglio per l’approvazione. In ogni caso vista che ogni transazione è stata conclusa riconoscendo oltre l’80% delle somme, ciò dimostra scarse capacità di mediazione o volontà a non perseguire l’interesse dell’Ente in capo a chi le ha condotte. Oppure c’è dell’altro?

Un modus operandi a dir poco anomalo e discutibile che quasi certamente porterà allo sperpero di ingenti somme di denaro dei cittadini paolani. Ci dispiace per Perrotta, ma da quando ha costretto alle dimissioni Cassano sembra aver perso completamente la bussola. I risultati raggiunti in questi anni di certo non sono merito suo, visto che la sua precedente consiliatura è terminata con un dissesto finanziario certificato dagli uffici, Corte dei Conti e Ministero a circa 27 milioni di euro.

Né tanto meno sembra avere soluzioni efficaci per il prossimo futuro considerato che dalle carte emerge chiaramente la volontà di spalmare, in maniera del tutto generica e non precisata, i costi dei correttivi richiesti sui prossimi esercizi. Ancora una volta Amministrazione e Consiglieri di maggioranza pensano di risolvere, anzi aggirare, il problema ipotecando ulteriormente il futuro della città. Eppure nei giorni scorsi abbiamo depositato una proposta che avrebbe consentito di affrontare ora e subito l’emergenza riscossione in un quadro di aiuti economici in favore della città, dei cittadini e delle imprese.
Prendiamo atto della vostra volontà di non voler accettare un dialogo costruttivo con la minoranza. Se aveste preso in considerazione le nostre proposte, avreste dato importanti segnali e soprattutto avremmo potuto risolvere adeguatamente i problemi senza scaricarli sulle future generazioni.

La discussione di questo punto posto all’ordine del giorno di venerdì si poteva e si doveva fare quando si è parlato di programmazione e di bilancio di previsione. Ancora una volta arrivate fuori tempo massimo. Ecco perché oggi non ci resta che la protesta e parlare direttamente al cuore della gente onesta.