Parco delle Rimembranze, qualcuno lo rimembra ancora?

“Luogo della memoria è una unità significativa, d’ordine materiale o ideale, che la volontà degli uomini o il lavorio del tempo ha reso un elemento simbolico di una qualche comunità. Il luogo della memoria ha come scopo fornire al visitatore, al passante, il quadro autentico e concreto di un fatto storico. Rende visibile ciò che non lo è: la storia”.

Questo secondo lo storico francese Pierre Nora. E, tale, probabilmente, era l’idea alla base della nascita del Parco delle Rimembranze di Cosenza.

acquedotto Alle spalle dell’acquedotto del Merone, forse in pochi lo ricorderanno, si trova il Parco delle Rimembranze: dallo spiazzo antistante il serbatoio, si apre un vasto panorama sulla parte “vecchia” della città dispiegata sul colle Pancrazio, sulla valle del Crati e sulle pendici presilane.

parco rimembranzeL’acquedotto, costruito nel ventennio fascista, imita un maniero di epoca indefinibile, che dona un aspetto caratteristico al luogo. Il Parco, per la sua posizione, offre una visuale mozzafiato; eppure il luogo non è per niente frequentato, anzi, viene dimenticato dalla stessa cittadinanza.

Il luogo della memoria, quello che avrebbe dovuto rendere visibile la storia, era pronto a svolgere la funzione per cui era sorto: tramandarne le pagine tra le generazioni, affinché sappiano e, dove possibile, evitino gli stessi errori. Voleva esserlo, luogo della memoria, il parco, ma lo stato in cui versa oggi è la chiara dimostrazione che il potere rievocativo non ha svolto bene il suo compito e che la storia, anziché essere resa visibile, è stata in realtà, cancellata.

Per cercare di far rinascere il parco, anni fa, furono organizzati eventi e manifestazioni:

“nella piena convinzione – dichiarò tempo fa l’amministrazione comunale – della portata storica di un luogo che evoca periodi significativi delle tradizioni legate alla nostra città e che vogliamo riportare prepotentemente alla ribalta, affinché da luogo della memoria diventi un luogo vitale e un punto di riferimento della nostra comunità, così com’era negli anni in cui era molto frequentato.”

Poi niente di niente. Oggi, che fine ha fatto il Parco? Che ruolo svolge? Nessuno, è abbandonato e dimenticato da tutti.

I cittadini si domandano: “perché non valorizzarlo? Farlo diventare, di nuovo, sede di eventi, manifestazioni culturali, mostre…Speriamo che in futuro, anziché concentrarsi su opere inutili e dispendiose, l’amministrazione si ricordi di tali luoghi.”

Ci auguriamo anche noi che un parco storico, ritorni a rendere visibile la storia e il nome che gli è stato assegnato assumi in pieno il proprio valore.

Valentina Mollica