“Patto per Reggio”. Il governo dice sì, in gioco c’è la credibilità del Comune

La bozza definitiva dell’accordo da sottoscrivere tra Comune e presidenza del Consiglio dei ministri è del 23 maggio scorso. Licenziato ad aprile il contenuto del “Patto per Reggio” è stato definitivamente approvato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri alla fine del mese scorso ma a distanza di tempo ancora la cerimonia ufficiale per la sottoscrizione non è stata ancora fissata. L’agenda deve essere adottata e approvata dalla Presidenza del Consiglio dei ministri ma l’amministrazione comunale guidata dal sindaco facente funzioni Paolo Brunetti spera ancora di avere in città il premier per la firma. Una cerimonia che potrebbe comunque avvenire alla fine di questo mese o al massimo all’inizio del prossimo. Sarà una sfida importante per l’amministrazione comunale ma soprattutto c’è in gioco la credibilità di Palazzo San Giorgio. Con la firma di questo “patto” le somme che arriveranno non saranno a fondo perduto come avvenuto per il Decreto Agosto adottato in piena pandemia da Coronavirus, qui ci sono precisi impegni da rispettare ma c’è anche una parte di questi fondi da restituire.

L’accordo con lo Stato da firmare – e già siglato da Napoli per 1,2 miliardi e Torino per 1 miliardo e 120 milioni – prevede infatti che il Comune di impegni a garantire anno per anno, dal 2022 al 2042, un quarto dei 137 milioni pattuiti, cioè 34 milioni. Ciò significa che se effettivamente nel 2022 arrivassero secondo gli accordi 8 milioni e 772 mila euro, si dovrebbe garantire un quarto della cifra, cioè poco più di due milioni di euro. Queste somme sono da restituire, in base a quanto ha stabilito prima la giunta municipale e poi il consiglio comunale mediante una importante opera di recupero dell’evasione tributaria (oltre a tutte le altre misure scelte tranne l’aumento delle tasse per precisa volontà politica).

Quindi da un lato somme che serviranno per risanare ulteriormente i conti ma dall’altro anche impegni seri per far ritornare a Roma una parte degli stessi ma soprattutto rispettare i patti basati sulla fiducia. Ecco perché la sfida è sulla credibilità. Mai come questa volta gli impegni che negli anni sono stati presi – vale a dire quelli di abbattere la quota di evasori senza tartassare coloro che già pagano regolarmente – devono tradursi in realtà. E pure in fretta. Certo le tensioni con Hermes non aiutano ma anche la scelta di Agenzia delle Entrate riscossione non sembra mettere entusiasmo anche perché solo l’8% della riscossione coattiva è stata recuperata in questi anni. Ma questa era strada obbligata. Almeno questo è quanto ha fatto trapelare l’amministrazione. Alla città non resta che aspettare se queste altre risorse arriveranno e soprattutto quando. Fonte: Gazzetta del Sud