Pd, Nuntereggae più: buone primarie a tutti

PD, NUNTEREGGAE PIU’: BUONE PRIMARIE A TUTTI

Le primarie del Pd sono come il Festival di Sanremo. Prima della data fatidica se ne parla per mesi e mesi, indiscrezioni, partecipanti, ospiti, polemiche. Dopo arriva il momento clou, lo spettacolo inizia. Nelle prime serate al festival vota la giuria degli esperti e poi la classifica finale viene decisa dal voto di tutti i telespettatori. Così avviene nel congresso del Pd. Prima abbiamo avuto il voto degli esperti cioè gli iscritti  e oggi nella giornata finale ci sarà il voto degli italiani.

Ora come in tutte le cose del Pd ci sono fatti strani e curiosi simili alla vittoria dei Jalisse a Sanremo o agli ultimi posti di Vasco Rossi con canzoncina da niente come “Vita spericolata” e “Vado al massimo” o di Zucchero ai tempi di “Donne du du du” per non dire del nostro grande Rino Gaetano. Che però almeno si era classificato terzo e non ultimo o penultimo.  Nel congresso del Pd succede per esempio che in alcune realtà votino più persone che iscritti o che dalla sera alla mattina nasce una voglia matta di Pd. Il Pd nel Sud ha  più iscritti che al Centro e al Nord Italia. Ma si sa che al Sud ci piace di più la competizione e la gara. D’altronde anche nel calcio succede così, gli stadi del Sud sono sempre pieni in qualunque serie e a quelli del Nord ci vanno quattro gatti infreddoliti.

La Calabria in questo scenario fa la sua bella presenza. Votano circa 8 mila persone superando il Veneto e il Piemonte dove votano poco piu’ di 6 mila iscritti pur avendo assai meno della metà della popolazione. Ma si sa noi siamo muy caliente e partecipativi. Per la storia del Pd calabrese 8 mila votanti è quasi una vergogna, cose da nascondersi. Purtroppo non sono più i tempi di una volta, quando per esempio alle primarie per il candidato alla presidenza regionale votavano in 100 mila. Che bei tempi quelli, quando tutto si faceva alla grande, come la moltiplicazione dei pani e dei pesci e l’acqua che diventava vino.

Oggi ci dobbiamo accontentare di sapere che Bonaccini a Reggio Calabria prende il 77% dei voti. Ma si sa che Bonaccini a Reggio Calabria è portato, oltre che dal senatore bello e muto Irto, nonché segretario regionale, dal sindaco sospeso, Ciccio Bello Falcomatà e dall’attuale giunta comunale. Persone che se si votasse oggi al Comune di Reggio non prenderebbero nemmeno il voto dei parenti stretti tanta è la lamentela per l’abbandono della città. Eppure ieri Bonaccini ha avuto l’ardire di chiudere la campagna elettorale a Reggio Calabria in loro compagnia  e ha avuto il coraggio di affermare che il suo primo atto sarà di circondarsi di volti nuovi. Così come in Campania il volto nuovo è Vincenzo De Luca… non si sa se quello originale o quello imitato da Crozza… 

Ancora più straordinario è il risultato della Paola De Micheli che in Calabria prende il 16% dei consensi e in provincia di Cosenza va al 26% dei voti. Certamente le malelingue sosterranno che è dovuto al sostegno della Bruno Bossio e di Nicola Adamo. Tutte naturalmente falsità. Il risultato della De Micheli scaturisce dall’attenzione verso la Calabria profusa nel suo anno di ministro dei trasporti e infrastrutture (sic)… Naturalmente, finito il primo turno, la corrente  calabra della De Micheli si è affrettata a salire sul carro del  più forte Bonaccini. Ciao solidarietà femminile. Sarà  per la prossima occasione.

E che dire di Gianni Cuperlo che arriva al 10% nonostante abbiano impedito a Mario Oliverio di votare. Però i suoi fan hanno difeso il nome della ditta alla grande.

La Schlein in Calabria prende un 26% e deve accendere un lume a San Carlo Guccione per i voti presi a Cosenza e all’ ex presidente della Provincia di Crotone Talarico. Altrimenti sarebbe stata una disfatta come a Vibo Valentia dove è arrivata ultima con un centinaio di voti non andando oltre il 5%. Ma si sa, a Vibo le cose nuove non trovano grande consensi. Mentre oggi la Schlein spera che il sindaco Fiorita a Catanzaro scenda in campo e non solo a parole. 

Questo è il “nuovo” Pd che è simile al nuovo Pd che scelse Zingaretti e prima ancora Renzi e così via a ritroso fino a  Veltroni. E a sceglierli sono sempre i cacicchi locali, quelli che presidiano le regioni, le città, i paesi. Ognuno una piccola potenza, sempre più piccola, a cui però bisogna rivolgersi per avere i voti alle primarie. Ognuno vive per accrescere il suo cacicchismo per arrivare a coprire un posto al sole nei tanti palazzi Campanella della penisola sognando Montecitorio. E’ questa natura del Pd la sua condanna che ancora una volta nessuno ha messo in discussione. Perché tante individualità possono portare voti nei comuni e nelle regioni grazie al voto di preferenza, ma suonano a morte alle elezioni nazionali dove non scatta mai la competizione selvaggia delle preferenze a coprire l’incapacità strutturale a fare politica.

Oggi un altro milione e mezzo, anzi facciamo due milioni, ma si…meglio abbondare, andranno a votare. Facile pronostico, Bonaccini sarà eletto segretario, la Schlein dirà che è stato un successone, bla, bla, bla. Poi il Pd vincerà qualche città o regione importante, tutti diranno che il Pd è in ripresa per la felicità di tutti. Poi arriveranno le prossime elezioni politiche e giù un’altra batosta. E il giro di valzer riprenderà. ‘Ccu sti pasturi non si vince.

Perché  la gente comune, come canta il grande Rino Gaetano, questi personaggi a tutti i livelli non li reggae più.  PD: Nuntereggae più !