Piscina Campagnano, la vera storia del Kinder Garden – seconda parte –

Completiamo la “vera storia” del servizio Kinder Garden alla piscina di Campagnano. Come tutti sapete, il 2 luglio 2014 un bambino di appena 4 anni, Giancarlo Esposito, è stato lasciato morire annegato da un’organizzazione che definire dilettantesca sarebbe un eufemismo. E da gente senza scrupoli, che non ha mai pensato alla sicurezza dei bambini ma soltanto ad accumulare denari. In un contesto di totale impunità garantito da una procura corrotta come quella di Cosenza.

Per parlare di sicurezza ve ne raccontiamo un’altra … Si tratta di una bimba di 5 anni che era stata portata lì dai genitori la mattina e che, fra giochi e acqua, aveva stretto amicizia con altri bimbi della sua età.

Ad un certo punto il pullmino del comune di Montalto alle 12 porta via i suoi bimbi con le due accompagnatrici del servizio, come da regolare convenzione con il Cogeis. La bambina di cui parlavamo se ne va con questo pullmino ma si porta dietro, mano nella mano, anche la bimba con la quale aveva disegnato per l’ ultima ora (almeno cosi poi si è ricostruito il fatto) senza che la signora Franca Manna, che stava alla postazione d’ingresso e quindi anche d’uscita (già allora responsabile del servizio Kindergarden) e i suoi collaboratori (per lo più istruttori alle prime armi e ragazzini anche loro) si accorgessero dell’accaduto.

Ovviamente non ve lo dico proprio il panico alle 13.30 quando il papà della bambina viene a riprendersi la figlia e non la trova più… Fu l’autista del pullmino della scuola a chiamare in piscina e a dire che fra tutti i bimbi che aveva a bordo una era rimasta sul pullmino e non era fra la lista che avevano loro in consegna. Avete capito il livello?

kid1 Anche le iscrizioni al Kinder Garden avevano dell’assurdo. La signora Manna segnava i bambini in ingresso su un quadernino da scuola elementare, poi a fine mattina consegnava in ufficio al piano superiore nelle mani di Carmine Manna il nipote, i soldi e i nominativi. Poi qualche nominativo veniva passato in segreteria per poter fare la ricevuta. Di solito, si facevano a coloro che non facevano un solo giorno ma una settimana o di più.

Non vi dico quando un giorno a qualcuno in segreteria venne in mente di far dire dall’amministrazione che per legge “per le attività ludico sportive dai 5 ai 18 anni non compiuti il genitore nella dichiarazione dei redditi si poteva scaricare il costo dell iscrizione per un massimo di 260 euro all’anno”. Da quel momento MOLTI COMINCIARONO A RICHIEDERE LA RICEVUTA… per la felicità di Carmine Manna.

Con tutto il doveroso rispetto per una creatura che oggi non c’è più, ci viene da dire che la piscina di Campagnano è sempre stata caratterizzata da una gestione alla carlona e senza né capo né coda.

Anche il Comitato regionale calabro della FIN ha l’ufficio nella piscina stessa e lì se la comanda il Manna senior. Ecco perché moltissimi istruttori lavorano senza dover rinnovare il brevetto COME PER LEGGE E’ OBBLIGATORIO FARE.

Solo che adesso la situazione è talmente grave che anche se tante e tante altre volte sono poi riusciti a mettere tutto a tacere, adesso è decisamente difficile.  La morte di un bambino non si può nascondere di certo.

Ci auguriamo che la giustizia finalmente faccia il suo corso. Perché se per la morte del piccolo Giancarlo non dovesse arrivare una sentenza equa, stavolta i sepolcri imbiancati del Tribunale non se la caveranno con qualche semplice contumelia.

2 – (Fine)