Sedici milioni di euro, tredici e qualcosa pubblici, il resto privato. E’ questa la cifra complessiva dei fondi del Pisl di Lorica per la realizzazione delle nuove piste di sci, degli impianti di risalita e di infrastrutturazione, delle cabinovie e di tutte le altre strutture minori.
Gli addetti ai lavori dicono che è l’unico, vero Pisl finanziato da Giacomo Mancini all’epoca in cui è stato assessore regionale al Bilancio. L’azienda che si è aggiudicata i fondi è la celeberrima Barbieri Costruzioni o gruppo Barbieri, quella che ha in gestione anche l’affare di piazza Fera/Bilotti (altri 16 milioni di euro). Quelli che inciuciavano con i fratelli Occhiuto e l’ex ministro Corrado Clini ben prima di vincere l’appalto. Gli stessi che subappaltavano lavori (senza la minima autorizzazione) alle ditte amiche di Occhiuto. Insomma, un’azienda sulla quale ha indagato per un anno e mezzo la Guardia di finanza di Cosenza, che dopo la vergognosa archiviazione dell’inchiesta della procura di Cosenza, ha trasmesso tutti gli atti alla Dda di Catanzaro.
Gli ultimi boatos dicono che l’ennesimo business della Barbieri ovvero quello dei fondi Pisl di Lorica, rischia di saltare clamorosamente perchè il progetto definitivo, che dovrà essere approvato a breve, non è approvabile.
Il problema è che l’opera ricade nell’area del parco della Sila. E la legislazione italiana, dalla legge 334/91 in poi, vieta a chiunque di costruire anche una sola pietra all’interno delle aree protette. Il progetto esecutivo non è stato firmato e il direttore generale del parco della Sila, Laudati, pare proprio che non potrà firmarlo mai.
C’è un precedente classico per semplificare quello che potrebbe succedere. Massimo Cellino, storico presidente del Cagliari Calcio, tentò di costruire lo stadio Is Arenas in un’area protetta, di proprietà dell’Enas. Finì in galera insieme al sindaco di Quartu Sant’Elena, che non poteva concedere il permesso di costruzione in un’area vincolata.
Cosa faranno a questo punto il presidente del parco della Sila Sonia Ferrari e il direttore generale Laudati ?
La Ferrari, ex assessore della prima giunta Mancini a Cosenza, è anche una delle proprietarie di Sateca, la società che ha in gestione le Terme Luigiane su cui il gruppo Barbieri ha messo gli occhi. La Ferrari vedrà scadere il suo mandato ad aprile 2016. Se non ci fosse stato questo intoppo formale, l’operazione sarebbe stata già perfezionata e invece ci sarà ancora da penare.
Il presidente della Regione Mario Oliverio è in grave difficoltà ma di questi tempi forse la questione dei Pisl di Lorica è l’ultimo dei suoi pensieri.
Non è così invece per la Barbieri Costruzioni, che rischia seriamente, in mezzo a tutte queste peripezie, di ritrovarsi con un pugno di mosche (o se preferite con il cerino) in mano.