Playoff, il Cosenza può ancora farcela e ha bisogno del suo popolo ma senza “vendette”

Il popolo rossoblù ha smaltito, sia pure con un po’ di difficoltà, l’amarezza della sconfitta in pieno recupero sul campo del Pordenone. E’ del tutto inutile covare sentimenti di vendetta verso questo o quel calciatore avversario o, ancora peggio, sulla tifoseria, che avrebbe esultato in maniera smisurata con un calciatore della squadra avversa appena uscito in barella per essere portato all’ospedale. Se c’è qualcuno che soffia sul fuoco e prova a “caricare” eccessivamente la partita, questi non è certo un tifoso ma solo qualche prezzolato al soldo dei soliti padroni del vapore o, peggio, qualcuno che si atteggia a grande consigliori mentre, nei fatti, è solo un venduto del potere più corrotto e più becero.

Le notizie che arrivano sull’infortunio di Baclet per fortuna sono confortanti: il ragazzo ha ripreso conoscenza dopo il violento scontro con il portiere avversario ed è stato dimesso dopo una notte passata in osservazione in ospedale.

Adesso il Cosenza deve pensare alla partita di ritorno di domenica prossima e deve pensare ad interpretarla nella maniera migliore possibile, provando a produrre gioco e a far gol perché il calcio prima di tutto dev’essere propositivo. Certo, ogni squadra gioca come ti consente il tuo avversario e il Pordenone è stato e sarà un osso duro ma il calcio per fortuna non è scienza esatta e spesso e volentieri i pronostici vengono clamorosamente sovvertiti.

E ci piace concludere questa riflessione citando il post uscito da poche ore sulla pagina FB degli Anni Ottanta.

Non sprechiamo “fiato” su Facebook, in partite come queste non c’è bisogno di incentivare la gente a riempire il “Marulla”, chi ha un po di sangue rossoblù nelle vene domenica sera sarà presente senza se e senza ma. Abbiamo allestito con la nostra sola forza l’ennesima coreografia, chiediamo al popolo rossoblù la massima attenzione e partecipazione affinché riesca nel migliore dei modi.

Entriamo prima ed iniziamo a far sentire il nostro calore già dal riscaldamento delle squadre.
Ognuno porti sciarpa e bandiera e perché no indossi una maglia rossoblù.
Spegnete i telefoni per 90 minuti.

Le mani al cielo…
Fino all’ultimo filo di voce…
#anniottanta