Reggio, gli impresentabili: Cannizzaro per Totò, Fedele per gli “amici” e un pezzo di Peppe

Questo articolo è stato pubblicato nel corso dell’ultima campagna elettorale per le Politiche dello scorso anno. Ci sono tutti i nomi degli impresentabili reggini, tra i quali campeggiano Tilde Minasi, fedelissima di Peppe Scopelliti (che alla fine ha ceduto il suo posto a Salvini, com’è noto eletto in Calabria!) e Ciccio Cannizzaro, braccio destro e figlioccio di Totò Caridi, eletto e finalmente al centro di articoli giornalistici (Il Dispaccio di Claudio Cordova), che lo stanno dipingendo per quello che è. 

Liste chiuse! La Calabria esce completamente distrutta e la linea che passa è quella dello straniero che viene ad invadere il territorio. Ci sono tantissimi impresentabili ma tanti altri per fortuna sono stati sbattuti fuori.

Escono Nicolò e Bilardi per Forza Italia, fuori anche per Liberi e Uguali De Gaetano e Giovanni Nucera giudicati da Grasso troppo “imbarazzanti” da candidare, escono pure i vari Mimmetto Battaglia, Nicola Irto, Sebi Romeo e Ciccio bello alias Falcomatà bocciati dal partito romano.

Ma entrano personalità comunque non belle… parliamo di Tilde Minasi piazzata dal “Ras” Giuseppe Scopelliti, che non ha certo bisogno di presentazioni. Dominus della politica reggina per eccellenza, indagato nel procedimento “Gotha” e condannato nel processo Fallara per avere sperperato milioni di euro dalle casse comunali quando era sindaco di Reggio e sfiorato da tante altre inchieste di Cafiero De Raho. La Minasi sarà candidata dietro il capolista Matteo Salvini nella lista “Noi con Salvini”.

Francesco Cannizzaro

Entra “Ciccio” Cannizzaro figura molto imbarazzante che la Santelli a tutti i costi ha voluto candidare nonostante sia indagato in diverse inchieste di mafia. In una di queste, Ecosistema, è stato recentemente assolto ma la procura di Reggio (che non è quella di Cosenza, tanto per dirne una) è già pronta a presentare ricorso. Amico e discepolo di Totò Caridi, a lungo in cella per il processo “Gotha”, si trova lì nella sua quota nonostante imbarazzanti intercettazioni e riscontri, pensate un po’ come siamo avanti qui in Calabria.

Entra Luigi Fedele, figura molto imbarazzante a causa del suo coinvolgimento nel procedimento Rimborsopoli. Lo candida Noi con l’Italia, detta la “quarta gamba del Polo”, capolista nel proporzionale Camera Sud. L’ex presidente del Consiglio regionale Luigi Fedele e l’ex assessore regionale Antonino De Gaetano, dopo essere stati arrestati a giugno 2015, sono stati rinviati a giudizio in un altro troncone dell’inchiesta Rimborsopoli che ha provocato uno tsumami all’interno della Giunta regionale con la cacciata dello stesso De Gaetano e di Carlo Guccione dal ruolo di assessori della giunta Oliverio.

Secondo l’accusa, le persone coinvolte nell’inchiesta avrebbero utilizzato parte dei finanziamenti destinati ai gruppi consiliari regionali per ottenere il rimborso di spese che non rientravano nei criteri legati a supporto delle attività politico-istituzionali dei gruppi consiliari, ma sarebbero state in realtà di carattere privato.
Fedele, De Gaetano e Bilardi avrebbero sperperato denaro pubblico per viaggi all’estero e regali di ogni risma e avrebbero prelevato migliaia di euro senza alcuna giustificazione. Inoltre lo stesso Fedele avrebbe fatto fatturare migliaia di euro al figlio titolare di un ristorante con pranzi – lui dice – attinenti alla sua attività di consigliere. Per sintetizzare il tutto, ecco il “libro mastro”.

RIMBORSOPOLI, LA HIT PARADE DEI SEQUESTRI

1. NINO DE GAETANO 410MILA EURO
2. LUIGI FEDELE 399MILA EURO
3. GIOVANNI BILARDI 357MILA EURO
4. NICOLA ADAMO 278MILA EURO

Come si vede, Fedele e addirittura anche Adamo, attraverso la moglie Enza Bruno Bossio, sono ben presenti in questa tornata elettorale, a dispetto di inchieste e di prove inconfutabili del saccheggio di fondi messo in atto.

E poi troviamo – ciliegina sulla torta – un catanzarese bocciato da presidente del Consiglio nel suo territorio candidato a Reggio Città… Parliamo di Franco Talarico, uomo forte di Cesa senza un voto, voluto a tutti i costi dal segretario dell’Udc nel collegio n. 8. Lo stesso Talarico prese poco più di 2mila preferenze nel 2014 alle Regionali: una bocciatura che fece molto clamore soprattutto a Lamezia Terme. Certo, chi l’ha candidato non dev’essere un “volpino”.