Politiche 2018, i politici e la fabbrica dei sogni (‘mmucca Liù)

Sciolte le Camere e fissata la data del voto per il 4 marzo, la campagna elettorale entra nel vivo. Anche se c’è tempo fino alla fine di questo mese per presentare la propria candidatura. Ma c’è chi, sicuro/a della propria presenza nelle “liste”, già si adopera a sponsorizzare se stesso. Anche se per il momento ci si limita a “riportare il programma” del proprio partito. Perché ancora bisogna capire chi sarà costretto a mettere mano al portafoglio, e chi no. Ovvero: coloro i quali saranno candidati nel “listino bloccato” possono anche evitare di spendere soldi, perché la loro elezione è certa, non devono “raccattare” voti. Ma chi dovrà competere nei collegi uninominali sarà costretto ad aprire il forziere: per vincere serve un voto in più dell’avversario. E i voti si sa, costano.

Una campagna elettorale, come quella che si preannuncia, all’ultimo voto, mediamente costa al singolo candidato che punta all’elezione, dai 200mila, ai 300mila euro, di cui una piccola parte dichiarata e il resto sottobanco. Un investimento importante che deve produrre il risultato che, una volta ottenuto, ripagherà presto “la spesa”. I privilegi e le opportunità di un deputato, o di un senatore, oltre al mega stipendio che già di per se ripaga almeno 5 volte l’investimento, valgono molto di più di 200.000 euro.

Quello che circola, per il momento, sono i fantastici programmi che ogni partito ci propina. E’ una continua corsa a chi offre di più al cittadino. Tutti vogliono darci un reddito: chi di cittadinanza, chi di dignità, chi di sopravvivenza, chi per diritto.  Comunque vada, chi vince vince, i morti di fame (parliamo almeno di 8/10 milioni di italiani che arrancano veramente) possono stare tranquilli, a breve avranno tutti un reddito dignitoso.

Poi c’è la corsa al ribasso: chi offre meno tasse. Tutti vogliono togliere qualche tassa. Addirittura il PD che tanto si è battuto per mettere il canone Rai in bolletta, oggi ci dice che vuole eliminarlo. Meno tasse per tutti direbbe Cetto.

Ma dove si spendono di più i programmi dei partiti è la voce “i giovani”: i giovani sono belli e vanno aiutati. E qui le iniziative non si contano. Ognuno ha qualcosa di sostanzioso da dare ai giovani. I giovani possono chiedere quello che vogliono: studiare gratis, trovare subito un lavoro adatto alle proprie competenze a 3000 euro al mese, entrare gratuitamente al cinema, al teatro, al circo, ai concerti, allo stadio, un fidanzato o una fidanzata, le vacanze in Grecia. I giovani, insomma, sono i più fortunati.

Non potevano certo mancare, nei programmi dei partiti, le voci: lavoro, sviluppo, diritti e legalità. E qui non c’è limite alla vergogna. A declinare le tante soluzione di atavici problemi, gli stessi che li hanno creati. I soliti personaggi che da sempre ci sfruttano e ci costringono alla miseria. La promessa principale per tutti è: finanziamenti per ogni bisogno dei cittadini. Strade, ospedali efficienti, scuole, ponti, barriere architettoniche, trasporti, tutto sarà finanziato di nuovo per rendere gli oramai obsoleti servizi, pratici e funzionanti. Bisogna guardare ai territori e valorizzarne le risorse, umane, e ambientali. Tutti vogliono valorizzare qualcosa, fateci caso. Tutti vogliono recuperare tradizioni, patrimonio architettonico, storia e cultura dei nostri territori. Ripopolare i borghi e puntare sul turismo. Valorizzando i prodotti della nostra terra. Creando così lavoro.

In campagna elettorale guai a chi tocca i diritti dei cittadini. Per tutti i partiti sono sacrosanti. Ogni cittadini ha diritto alla salute, all’istruzione, ai trasporti, e tutti si affannano a dire che una volta al potere i diritti dei cittadini saranno intoccabili.

Che dire poi della legalità. In questi due mesi che precedono il voto tutti i politici sono onesti, incorruttibili, e fedeli alla Costituzione. Tutti sono contro la mafia e la ‘ndrangheta, e tutti sono rispettosi della Legge. In campagna elettorale è difficile trovare un politico mascalzone.

Insomma ogni 5 anni, da 50 anni a questa parte, sempre gli stessi mettono in piedi la solita fabbrica dei sogni da esporre al solito pubblico di ingenuotti, sicuri dell’abbocco e di ottenere ottimi risultati. Sanno bene che alla fine basterà accompagnare questo cumulo di cazzate, con un po’di promesse ad personam, un po’ di banconote da 100 euro, e il gioco è fatto. Specie al sud.

L’epilogo di questa storia lo conoscete tutti: alla fine di ogni campagna elettorale e a governo fatto, tutto ritornerà come prima: politici ladroni, scandali di stato, corruzione dilagante, masso/mafia in parlamento. E i soliti ingenuotti riprenderanno a lamentarsi su FB. E la ruota continuerà a girare sempre allo stesso modo, in attesa della prossima campagna elettorale.