Ponte, disfatta di Ciucci&Salvini: “Se ne riparla a fine anno” (forse)

di Carlo Di Foggia

Fonte: Il Fatto Quotidiano

A metà aprile era stato tranchant :“Non c’è nessun passo falso”. Meno di 20 giorni dopo, Pietro Ciucci ha gettato la spugna: nessun cantiere aperto “entro l’es tate” per il ponte sullo Stretto di Messina; nessun via libera al progetto definitivo entro giugno e con l’esecutivo pronto in pochi mesi. L’Ad della Stretto di Messina Spa, la società che deve realizzare l’opera, lo ha annunciato ieri nella sede istituzionale di Rai Radio1, in un’intervista all’alba. “Il progetto esecutivo del ponte arriverà solo entro fine anno”, dopo novembre, quando secondo il manager potrebbe arrivare il via libera del comitato per la programmazione economica (Cipess) al progetto definitivo. Prima però dovrà passare la Valutazione di impatto ambientale, e qui Ciucci ha sganciato l’altra bomba: Stretto di Messina si prenderà più dei 30 giorni previsti per rispondere alle 240 integrazioni richieste dal ministero dell’Ambiente.
Aveva assicurato il contrario per giorni insieme al ministero delle Infrastrutture.
FINISCONO archiviati così i piani di Matteo Salvini che, a marzo 2023, ha riaperto la saga infinita della maxi opera fermata dieci anni fa dal governo Monti, promettendo la prima pietra nell’estate 2024. La disfatta era nell’aria. I tempi promessi erano incompatibili con quelli che si andavano delineando su un progetto vecchio di 13 anni, riesumato in fretta e furia in una corsa disperata in vista delle Europee.

Ciucci e Salvini, che lo ha richiamato alla guida della sua creatura un anno fa, hanno fatto finta di nulla per mesi, negando poi l’evidenza nelle ultime settimane. Il 16 aprile, la Commissione Via ha chiesto 239 integrazioni (279 con le sotto-richieste) alla documentazione fornita da Sdm ed Eurolink, il consorzio, capitanato da Webuild, che deve costruire l’opera e che nel 2005 vinse la gara oggi ripristinata da Salvini. Poco più di 40
pagine in cui venivano elencate le lacune documentali, in alcuni casi imbarazzanti per le società proponenti. Una “stroncatura ”, avevano esultato le associazioni ambientaliste, che
avevano depositato 500 pagine di osservazioni. I tecnici del ministro dell’Ambiente avevano chiesto numerose analisi aggiuntive, anche di enorme rilevanza, come quelle sulla sismicità, che non potevano essere svolte in 30 giorni.

Ieri Ciucci lo ha ammesso candidamente, smentendo se stesso: “Stiamo studiando la possibilità di effettuare ulteriori analisi sul campo che ci consentirebbero di andare anche oltre quello che è previsto dalla legge, in modo da dare la migliore risposta possibile alle osservazioni fatte dal ministero”.
La saga della maxi opera, oggi preventivata a 14,5 miliardi, entra così in una dimensione surreale. Nei giorni scorsi, per dire, il presidente di Federlogistica Luigi Merlo ha attaccato il progetto che prevede un ponte “troppo basso per molte navi da crociera e portacontainer”.
Ammesso che, dopo le Europee, Salvini abbia ancora forza politica da spendere su un’opera che non ha mai entusiasmato Meloni e soci, nemmeno la nuova tabella di marcia appare credibile. Da Sdm spiegano che il via libera del Cipess a novembre è infatti “un’ipotesi”.

“Ciucci parla di progetto esecutivo entro l’anno, ma sa benissimo che è impossibile – spiega Stefano Lenzi del Wwf, uno dei massimi esperti dell’opera –. Il 24 maggio scade la Commissione Via. Serviranno, se va bene, almeno due mesi perché si insedi la nuova, che a sua volta potrà chiedere integrazioni, ammesso che siano arrivate le risposte da Eurolink. Poi le parti pubbliche potranno controdedurre, e solo alla fine si passerà alla Valutazione vera e propria. Se va bene, il parere Via arriverà a febbraio e solo dopo si potrà andare al Cipess, sempre che sia positivo: va ricordato che il progetto del 2011, che per il 95% è lo stesso ripresentato oggi, non passò la valutazione di incidenza ambientale dieci anni fa”. E questo a non dire dei dubbi enormi che circondano il progetto, viste le 68 raccomandazioni, in realtà richieste di nuove prove, avanzate dal Comitato scientifico di Sdm.
“Ciucci venga subito a riferire in Parlamento e la smetta di prenderci in giro”, attacca Angelo Bonelli (Avs). Se va avanti così, presto si tornerà a parlare delle penali chieste da Webuild&C. – già in causa con lo Stato per lo stop del 2013 – e garantite nel 2009 dal contratto siglato con Ciucci.